Resta il divieto di dimora nel comune di residenza per il sindaco di Giardinello Antonio De Luca e per l'impiegato del comune di Montelepre, mentre per l'ex finanziere quello di non poter soggiornare nell'intera provincia di Palermo
Il gip di Palermo ha confermato le misure cautelari nei confronti degli indagati accusati di corruzione al comune di Giardinello, provincia di Palermo. Resta il divieto di dimora nel comune di residenza per il sindaco di Giardinello Antonio De Luca e per l'impiegato del comune di Montelepre A.C., mentre per l'ex finanziere G.C. quello di non poter soggiornare nell'intera provincia di Palermo.
La posizione delle difese
Antonio De Luca, il sindaco di Giardinello sospeso dal Prefetto ha respinto ogni accusa, negando di aver fatto pressioni all'agente di polizia municipale che lo accusa di avere favorito l'ex finanziere ad ottenere una certificazione di residenza affinché potesse creare un nucleo familiare a reddito zero e non pagare i 200 mila euro dovuti allo Stato per saldare le spese giudiziarie relative al processo sulle talpe in Procura in cui venne condannato. Accompagnato dal suo avvocato Antonio Maltese, De Luca davanti al gip avrebbe affermato che l'agente della polizia municipale avrebbe preferito scaricare su di lui le responsabilità per evitare di inguaiarsi. Anche il finanziere è stato ascoltato dal gip e secondo i suoi legali dagli atti esaminati la truffa ai danni dello Stato pare non ci sia stata. In merito, invece, al presunto accordo corruttivo stretto col dipendente del comune di Montelepre, ovvero una convenzione di 18 mesi con l'ente locale di appartenenza in cambio dell'appoggio politico attraverso una sua parente, già consigliera comunale, De Luca nega pure ogni addebito sostenendo di non aver fatto alcun accordo illecito:"Anche perché - ha riferito al gip - il supporto della cugina non sarebbe stato utile ad uscire dalla crisi politica in cui era incappato visto che buona parte della maggioranza originaria decise di transitare nell'opposizione".