Mafia, blitz contro clan Cursoti milanesi: ordinanza per 24

Sicilia
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L'inchiesta ipotizza - a vario titolo - i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di cocaina e marijuana, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento commesso con l'uso di armi da fuoco e ricettazione

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Un'operazione antimafia contro 24 presunti appartenenti al clan dei Cursoti milanesi è stata eseguita la notte scorsa dalla polizia di Catania. L'inchiesta, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ipotizza - a vario titolo - i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di cocaina e marijuana, porto e detenzione di armi da fuoco, spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento commesso con l'uso di armi da fuoco e ricettazione.

Il provvedimento

Il provvedimento restrittivo si basa su indagini condotte tra novembre 2018 e settembre 2019 sul clan mafioso dei Cursoti Milanesi, tradizionalmente attivo nella zona di San Berillo Nuovo del capoluogo etneo. La polizia ha documentato "summit di mafia" anche con esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi, come Carmelo Fazio e Carmelo Zappalà, per mediare alcuni contrasti di natura economica sorti tra le due cosche. Scoperte un'estorsione al titolare di un parcheggio nel rione San Berillo Nuovo e una tentata a un imprenditore locale. L'indagine ha fatto emergere il 'monopolio' esercitato dal clan Cursoti milanesi sulle numerose "piazze di spaccio" del rione San Berillo Nuovo, i cui gestori sarebbero stati obbligati a rifornirsi di cocaina e marijuana da Carmelo Distefano, che aveva preso il comando della cosca dopo essere stato scarcerato il 24 agosto 2018 dopo una una pena detentiva, assicurando al clan ingenti proventi che confluivano nella "cassa comune" dell'organizzazione.

L'inchiesta

Dall'inchiesta 'Zeus' è emerso che il gruppo comprava cocaina nel Napoletano, dal clan camorristico Sautto-Ciccarelli di Caivano, con il quale due affiliati al clan Cappello-Bonaccorso avrebbero avviato una joint venture per il traffico della sostanza stupefacente. Durante le indagini, il 29 luglio del 2019, è stato arrestato un corriere di droga napoletano cone tre chili di cocaina destinati al mercato catanese. Durante l'attività la polizia ha anche sequestrato armi in dotazione al clan, compreso un fucile mitragliatore AK 47, con 50 cartucce calibro 7,62x39, due pistole e un fucile con le canne mozzate. Infine, l'indagine ha accertato che parte dei proventi erano destinati al mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie di cui i capi del clan. E' emersa la consuetudine delle 'famiglie' mafiose più rappresentative del catanese di allestire bische clandestine con investimenti comuni e destinarne i proventi illeciti al sostentamento dei detenuti di maggior rango mafioso. 

Messina: "Sgominata piazza spaccio, 50mila euro al mese"

"Le indagini condotte contro il gruppo mafioso catanese facente parte al clan dei Cursoti milanesi evidenziano, tra l'altro, il coinvolgimento dei presunti appartenenti nella gestione di 'piazze di spaccio' a Catania, e in particolare nella zona limitrofa alla stazione ferroviaria centrale, dove venivano cedute cocaina e marijuana con introiti di circa 50mila euro al mese". Lo afferma Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia, sull'operazione 'Zeus' della squadra mobile della Questura etnea, coordinata dalla Dda, nei confronti di 24 indagati raggiunti da un'ordinanza del Gip. "La gestione mafiosa delle piazze di spaccio rappresenta una sorta di filo rosso che unisce gli interessi delle diverse compagini criminali mafiose, operanti in tutta Italia. Anche l'indagine odierna, come altre concluse negli ultimi anni sotto il coordinamento della Direzione centrale anticrimine della polizia, dimostra che la gestione di questi mercati di stupefacenti consente di acquisire una provvista in nero poi utilizzata sia per i bisogni urgenti delle organizzazioni criminali sia per finanziare complessi canali internazionali di ripulitura del denaro provento delle vendite e di conseguente riciclaggio. Il contrasto sistemico a tali realtà criminali costituisce dunque un obiettivo strategico della Direzione centrale anticrimine sull'intero territorio nazionale". 

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