È stato posto agli arresti domiciliari. Ex parlamentare nazionale e regionale, è stato rieletto primo cittadino nel 2018
Pippo Gianni, sindaco di Priolo Gargallo in provincia di Siracusa, è stato posto agli arresti domiciliari con l'accusa di concussione.
È accusato di concussione
A quanto si è appreso, il primo cittadino sarebbe coinvolto in un'inchiesta della Procura di Siracusa per una serie di episodi di concussione. Secondo l'accusa, Gianni avrebbe utilizzato anche un atteggiamento di minacce nei confronti dei funzionari. Gianni, ex parlamentare nazionale e regionale, ed ex assessore regionale, è stato rieletto sindaco della città della zona industriale nel 2018, dopo aver ricoperto l'incarico di primo cittadino di Priolo dal 1984 al 1991. Gianni aveva aderito ad agosto a "Lega Sicilia - Prima l'Italia.
L'inchiesta
L'ordinanza applicativa di misura cautelare degli arresti domiciliari è stata emessa dal gip del Tribunale di Siracusa su richiesta della Procura, che coordina le indagini. Il primo cittadino è accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Per alcuni dei reati contestati, secondo i pm, Gianni avrebbe agito in concorso con altri persone sia nel settore del privato sia pubblici ufficiali, che sono stati denunciati. "Nello specifico, avrebbe intimato a imprenditori locali, abusando delle propria posizione di vertice dell'amministrazione comunale, la dazione di ingenti somme di denaro a società da lui indicate - affermano gli investigatori - al fine di favorire imprese compiacenti nell'ambito delle gare di appalto, secondo la formula del partenariato pubblico - privato, garantendo alle stesse un diritto di prelazione rispetto alle altre società concorrenti. Analoghe pressioni illegittime sono state fatte per agevolare l'assunzione di persone presso aziende leader del polo industriale siracusano". Dalle intercettazioni, per i magistrati è emerso che "il sindaco, nel corso di colloqui con alcuni dirigenti dell'area industriale, minacciava l'effettuazione di penetranti controlli e verifiche, nell'esercizio delle competenze attribuite al Comune nel settore ambientale, nonché l'irrogazione di sanzioni pecuniarie alle aziende che gli stessi rappresentavano, qualora non avessero assecondato le sue richieste", proseguono gli inquirenti. Inoltre, il sindaco avrebbe "imposto al dirigente di settore l'accoglimento di un'istanza per ottenere il patrocinio di una manifestazione pubblica nonché un contributo economico per l'organizzazione della stessa, incidendo sulla sfera decisionale del funzionario. Analoga condotta sarebbe stata posta in essere nei confronti di un altro dirigente comunale, al fine di imporgli la revoca in autotutela di un provvedimento con effetti sfavorevoli rispetto alla pratica relativa ad un lido balneare sul litorale priolese", continua l'accusa. E ancora, "avrebbe disposto l'annullamento di sanzioni al codice della strada, elevate a privati che hanno richiesto un suo intervento, alterando il contenuto dei verbali, in concorso con personale del Comando della Polizia municipale di Priolo". L'esecuzione della misura è avvenuta questa mattina e sono state svolte delle perquisizioni presso l'abitazione dell'indagato e degli uffici comunali nella sua disponibilità, con la collaborazione di militari del nucleo Pef della Guardia di Finanza.
La carriera politica e le inchieste
Il sindaco ha iniziato la sua carriere politico amministrativa proprio nel centro della zona industriale siracusana: consigliere comunale, poi assessore e infine eletto sindaco nel 1984. Incarico ricoperto fino al 1991 quando viene eletto parlamentare regionale. Nel 2001 viene eletto deputato alla Camera. Nel 2006 torna a sedere sugli scranni dell'Assemblea Regionale Siciliana, ricoprendo anche la carica di assessore regionale all'Industria, sino al novembre del 2010 data in cui subentra alla Camera dei Deputati sino al dicembre 2012. Viene rieletto nuovamente deputato all'Ars nel 2012 ma nel 2014 dopo che il Cga impose una mini tornata elettorale, Giuseppe Gennuso riuscì a conquistare il seggio togliendolo proprio a Gianni. Ma nel 2020 Pippo Gianni vinse al Cga la battaglia contro Gennuso dopo che la tornata elettorale del 2012 finì al centro di un'inchiesta culminata con il patteggiamento a due anni e mezzo di reclusione del presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa, Raffaele De Lipsis, che, dietro il pagamento di una tangente, avrebbe disposto secondo i magistrati, il ripetersi delle elezioni in 9 sezioni tra Pachino e Rosolini. Il Cga, accogliendo il ricorso di Gianni, dichiarò nulla l'elezione di Gennuso, che patteggiò per traffico di influenze, disponendo il seggio all'Ars per Pippo Gianni. Nel 2018 l'elezione a sindaco di Priolo. Pippo Gianni è stato già coinvolto in un'inchiesta giudiziaria: arrestato nel 1980 venne assolto. E poi una presunta concussione ai danni di un imprenditore ed anche in quel caso Gianni venne assolto ed ottenne un risarcimento per ingiusta detenzione. Il denaro fu donato in beneficenza.
La perquisizione
Sono in corso perquisizioni presso l'abitazione di Pippo Gianni e negli uffici comunali. Secondo la procura di Siracusa il sindaco di Priolo si sarebbe reso responsabile di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale e ideologica in atti pubblici. Per alcuni dei reati contestati, avrebbe agito in concorso con complici, sia privati sia pubblici ufficiali, per i quali si è proceduto alla denuncia in stato di libertà.