In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Lampedusa: hotspot al collasso. Nel centro quasi 1400 migranti, si attendono trasferimenti

Sicilia

Fulvio Viviano

©Ansa

Sull’isola migranti provenienti da varie nazionalità. Non solo tunisini ma anche afghani e siriani

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

L’hotspot di Lampedusa è di nuovo al collasso. La struttura di contrada Imbriacola, in questo momento, ospita più di 1.300 persone a fronte di una capienza di 350. Più del triplo. Gli arrivi, sulla più grande delle pelagie, sono continui. Nelle prossime ore sono previsti alcuni trasferimenti per cercare di far tornare la struttura di accoglienza a numeri accettabili.

Gli ultimi sbarchi

Gli ultimi, in ordine di tempo, nella notte tra martedì e mercoledì. A bordo di tre barchini che hanno raggiunto autonomamente le spiagge dell’isola, sono giunte 56 persone di varie nazionalità che, una volta rintracciate, sono state portate al centro di accoglienza. Durante uno degli ultimi sbarchi di martedì, a bordo di una natante, è stato ritrovato anche il corpo senza vita di un uomo originario del Bangladesh, morto durante la traversata. Sul suo corpo nessun segno di violenza. I suoi compagni di viaggio hanno detto che stava male prima di partire e che è morto durante la traversata. Negli ultimi giorni sull’isola sono arrivati migranti di diverse nazionalità. Non solo tunisini, che rappresentano la maggioranza, ma anche molti siriani, afghani e dall’Africa subsahariana. I porti di partenza sono quelli della Tunisia e della Libia ma, da qualche settimana c’è una rotta che inizia a preoccupare ed è quella che parte dal Libano, mentre si moltiplicano le partenze dalla Turchia.

approfondimento

Migranti: ancora sbarchi a Lampedusa, 1.392 persone nell'hotspot

I sei morti nel peschereccio

È da lì che è partito il peschereccio a bordo del quale due bambini di uno e due anni e quattro adulti hanno perso la vita. Morti di fame e di sete dopo aver trascorso 10 giorni in balia delle onde assieme ad altri 26 compagni di viaggio, senza ricevere risposta alle richieste di soccorso. I superstiti, poi soccorsi da un mercantile che li ha successivamente affidati alla guardia costiera italiana, hanno raccontato che diverse navi sono passate facendo finta di nulla e che i componenti dell’equipaggio di una di queste si è limitato a lanciare loro delle cassette d’acqua per poi proseguire per la propria rotta. Silenzio, hanno raccontato i migranti, anche dalle autorità maltesi che sarebbero state contattate più volte.

Unhcr a Pozzallo: “Condizioni superstiti sono terrificanti”

“Le condizioni dei superstiti - ha sottolineato il personale dell’Unhcr a Pozzallo, dove sono stati portati i migranti - sono terrificanti. Ancora un altro giorno in mare e sarebbero morti anche loro di fame e di sete”. E intanto le navi delle Ong che solcano il canale di Sicilia attendano che venga assegnato loro un porto per far sbarcare i migranti, oltre 750, salvati negli ultimi giorni.

approfondimento

Migranti, Unhcr: 6 morti per fame e sete a Pozzallo, tra loro 2 bimbi