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Omicidio Elena Del Pozzo, convalidato il fermo della madre. Martina Patti resta in carcere

Sicilia
©Ansa

Il Gip di Catania, Daniela Monaco Crea, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. I funerali della bimba saranno celebrati mercoledì 22 giugno alle 17 nella Cattedrale di Catania

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I colpi alla piccola Elena sono stati inferti con un'arma compatibile con un coltello da cucina, non ancora trovato, e sono stati più di 11. E' quanto si apprende da fonti della Procura sui primi esiti dell'autopsia eseguita ieri sulla bambina di 5 anni uccisa nel Catanese. In carcere per l'omicidio e l'occultamento del cadavere c'è la madre della bambina, Martina Patti, 23 anni, che ha confessato il delitto.

Inoltre, uno solo dei fendenti è stato letale perché ha reciso i vasi dell'arteria succlavia, ma la morte della bambina non è stata immediata. Dalle risultanze dell'autopsia sono arrivati anche dettagli che hanno chiarito meglio l'orario del delitto. La morte della bambina sarebbe avvenuta dopo più di un'ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13.  I funerali della bimba saranno celebrati mercoledì 22 giugno alle 17 nella Cattedrale di Catania (LE INDAGINI - LA CONFESSIONE)

Convalidato il fermo

Intanto il Gip di Catania Daniela Monaco Crea ha convalidato il fermo della Procura emesso nei confronti della 23enne ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. La donna resta quindi in carcere. "Sono stati accolti la nostra ricostruzione e i nostri dubbi sulle parti ancora oscure, dovuti per noi ai tanti 'non ricordo' e alla tendenza a mentire dell'indagata", ha spiegato la Procura di Catania.

Le indagini

Intanto stamane a Mascalucia i carabinieri hanno eseguito rilievi con un drone nella zona dove è stato trovato il corpo della bimba e nell'area, non lontana, della casa nella quale viveva con la mamma. Nel pomeriggio i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Catania e del Ris di Parma hanno eseguito un sopralluogo nell'abitazione e gli accertamenti sono stati estesi a un perimetro più vasto del luogo del ritrovamento del cadavere, a circa seicento metri dall'abitazione, in una campagna abbandonata. L'obiettivo è stabilire esattamente dove è stato commesso l'omicidio.

Gli insulti all'omonima

Insulti e minacce sui social, rivolti però alla persona sbagliata: una ragazza di Catania che ha lo stesso nome e cognome della 23enne, lavora in un panificio e non ha nulla a che vedere - non è neanche parente - con la donna. L'omonima ha scritto un post in cui spiega: "Non sono io la mamma della bambina trovata morta". La giovane si è anche rivolta alla Polizia Postale per denunciare l'accaduto. Sui suoi profili Facebook ed Instagram sono infatti comparsi insulti e minacce da chi ha cercato 'nome e cognome' e si è fermato al primo profilo trovato: una donna di nome Martina Patti con una bambina in braccio.

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