Mafia, voto scambio: arrestato candidato del Comune di Palermo

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Secondo la Procura, per essere eletto avrebbe stretto un patto con i boss dell'Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina

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La polizia ha arrestato per scambio elettorale politico-mafioso Pietro Polizzi, ex consigliere provinciale (all'epoca eletto nell'Udc) e uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo per le elezioni che si terranno domenica prossima, il 12 giugno. Arrestato anche il costruttore Agostino Sansone, fratello di Gateano, proprietario della villa in cui ha vissuto Riina appunto, e un suo collaboratore. Contro l'aspirante consigliere comunale ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che hanno indotto la Procura a chiedere la misura della custodia cautelare in carcere. Conversazioni dalle quali emergerebbe con chiarezza il "patto elettorale" stretto tra l'esponente di Forza Italia e Sansone.

Candidata in ticket si ritira

"Queste cose non mi appartengono neppure lontanamente e mettono un macigno sopra la mia passione. Sono talmente sconcertata per la notizia appresa da non avere più la voglia di proseguire, anche perché, riprendendo le parole del coordinatore Gianfranco Miccichè, mai accetterei voti del genere. La mia campagna elettorale finisce qui". Lo scrive in una nota Adelaide Mazzarino (Fi) che, appresa la notizia dell'arresto per voto di scambio politico-mafioso di Pietro Polizzi in ticket con lei nella lista di Forza Italia per il Consiglio comunale, annuncia di ritirare la propria candidatura.

La posizione dei due arrestati

Secondo la Procura, per essere eletto avrebbe stretto un patto con i boss dell'Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell'ultimo periodo della latitanza, dove passò gli ultimi mesi prima dell'arresto del 1993. Agostino Sansone, in particolare, è fratello di Gaetano e Giuseppe. Noti costruttori con la passione per la politica, erano gli imprenditori di riferimento di Riina nel campo dell'edilizia. Proprietari di un patrimonio enorme, solo in parte confiscato, negli anni sono stati arrestati per mafia. Agostino ha scontato una condanna per associazione mafiosa.

L'indagine

Da quanto emerso, l'indagine è stata chiusa a tempo di record. Risalirebbe al 10 maggio l'incontro tra l'aspirante consigliere e Sansone durante il quale i due avrebbero stretto l'accordo in vista del voto di domenica. Il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell'assicurazione del sostegno da parte del politico. In meno di due settimane i pm, coordinati dall'aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto la misura cautelare. Il gip ha emesso il provvedimento in circa 4 giorni.

La perquisizione

Gli investigatori hanno inoltre perquisito l'abitazione e gli uffici di Sansone. In particolare, la perquisizione ha riguardato alcuni immobili che si trovano nel complesso residenziale di Via Bernini. Come si diceva, è lo stesso in cui i Sansone, storici alleati dei boss corleonesi, ospitarono Totò Riina prima dell'arresto. Il covo dal quale, il 15 gennaio del 1993, il padrino uscì prima di finire in manette è stato al centro di misteri e di un lungo processo agli ex carabinieri del Ros che catturarono Riina. I militari, imputati di favoreggiamento, furono però poi assolti. La sorveglianza della villa da parte del Ros, inspiegabilmente, dopo pochi giorni dall'arresto di Riina venne interrotta e l'edificio fu ripulito dagli uomini di Cosa nostra che, come raccontano i pentiti, avrebbero perfino imbiancato le pareti facendo sparire ogni traccia della presenza del boss e della sua famiglia.

Le intercettazioni

Un'intercettazione di "rara capacità" dimostrativa per la chiarezza del linguaggio degli indagati e perché contiene in sè tutti gli elementi del reato di scambio elettorale politico-mafioso. Così la procura di Palermo definisce la conversazione intercettata, grazie a un trojan piazzato nel cellulare, tra Sansone e Polizzi. Sansone il 10 maggio va nel comitato elettorale di Polizzi, ex consigliere provinciale nel 2012 nella lista dell'Udc e nel 2017 candidato al consiglio comunale nella lista Uniti per Palermo che sosteneva il sindaco Orlando. "Se sono potente io, siete potenti anche voi", dice sussurrando, due volte, Polizzi a Sansone, un mafioso noto, condannato in passato, ritenuto tra i fedelissimi di Totò Riina del quale, insieme ai fratelli, curò l'ultima fase della latitanza. "Si tratta di una asserzione che non merita commento - scrive il gip nella misura- in quanto Polizzi intendeva formulare espressamente una proposta la cui gravità è indubbia". "Ce la facciamo", prosegue Polizzi fiducioso nel risultato elettorale "anche in ragione - prosegue il giudice - dell'aiuto ottenuto con l'aiuto del vicedirettore dell'Azienda sicilia trasporti D'Alì la cui moglie è candidata in tandem con Polizzi. La donna è definita dall'indagato come la candidata del presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè. E ancora: "Hai risolto il problema della tua vita!", spiega Polizzi a Sansone, non sapendo di essere intercettato e spiegando quale doveva essere la loro comune strategia: "noialtri ci dobbiamo addattare duoco". "Aiutami che tu lo sai che ti voglio bene! e tu lo sai che io quello che posso fare lo faccio!", continua il candidato ricevendo poi rassicurazioni da Sansone. "Davvero emblematica la frase pronunciata in dialetto da Polizzi 'addattare duoco' - scrive il gip - il cui significato letterale indica l'atto della suzione del neonato dal seno materno, ma che, nel contesto del dialogo intercettato, rappresentava la prospettiva di reciproca prosperità (dunque anche per il sodalizio mafioso) che l'accordo, in ragione delle alleanze politiche appena stabilite, gli avrebbe garantito". Nel corso della conversazione Polizzi si spinge oltre nel garantire appoggio a Sansone. "E lo so! e lo dobbiamo fare! cantiere, lo facciamo!". Una frase in cui si fa cenno a un cantiere e quindi all'attività nel settore dell'edilizia nelle quali sono storicamente impegnati i Sasone. Infine il candidato ricorda l'aiuto dato in passato alla nuora del fratello di Sansone. "Michela- dice - le ho detto 'ti aiuto, non ti preoccupare', viene sempre". 

Il pm: "Pericolo che voto diventi merce di scambio"

"Quanto accertato in indagini impone un ineluttabile e urgente intervento di natura cautelare, atto a scongiurare il pericolo che il diritto-dovere del voto, per le imminenti elezioni amministrative del 12 giugno, sia trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all'intimidazione del potere mafioso. Ne deriverebbe difatti la conseguente grave violazione del principio e del metodo democratico del quale il libero e incondizionato esercizio del voto costituisce il caposaldo". Lo scrive la Procura di Palermo.

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