I carabinieri indagano su alcuni roghi che si sono verificato in uno spazio di duemila metri quadrati in parte abbandonati nell’ex impianto sportivo in via Cavalieri Vittorio Veneto ad angolo con via Villa Giocosa, in zona San Lorenzo. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme
I carabinieri indagano su alcuni incendi che si sono verificati a Palermo in un'area di duemila metri quadrati confiscata alla mafia e in parte abbandonata. Gli incendi sono stati appiccati nei container dell'ex impianto sportivo di via Cavalieri Vittorio Veneto ad angolo con via Villa Giocosa nella zona di San Lorenzo, alle spalle del liceo scientifico Meli. Sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme. Non è la prima volta che quei container che servivano i campi di calcetto vengono dati alle fiamme. I carabinieri stanno acquisendo le immagini dei sistemi di videosorveglianza per risalire agli autori dei danneggiamenti.
L’area confiscata
All'inizio dell'anno l'area, solo in parte trasformata nell'autoparco della Reset, era stata sequestrata dalla polizia municipale su provvedimento del tribunale. Le indagini erano partite da un esposto presentato un anno fa dalla consigliera della sesta circoscrizione Daniela Tumbarello con l'assistenza dell'avvocato Maria Antonietta Falco. Sullo stato di abbandono potrebbero essere chiamati in causa alcuni burocrati dell'amministrazione comunale. Nell'esposto viene ricostruita la storia di quel terreno che confina con il liceo classico Meli e comprende anche un'altra area confiscata alla mafia, acquisita dal Comune e poi assegnata nel 2016 alla Reset. Per qualche anno, prima di finire nell'abbandono, l'impianto era stato dato in concessione all'associazione "Il quadrifoglio" per due campi da calcetto (poi diventati di tennis). Il problema si è posto non appena l'associazione ha lasciato l'impianto, non garantendo più la custodia su quell'area che lentamente si è trasformata in una discarica, fatta eccezione per la parte affidata alla società partecipata del Comune. Vicino all'area sequestrata ci sono inoltre quattro abitazioni di altrettante famiglie che, prima dell'assegnazione alla Reset, avevano la servitù di passaggio dove ora c'è l'ingresso dell'autoparco.