Trapani, mafia: confiscati beni per 15 milioni a imprenditore

Sicilia

Si tratta di una società di capitali nel settore dell'edilizia, 39 fabbricati (abitazioni, magazzini e negozi) tra Trapani ed Erice, nove sull'isola di Levanzo (Trapani), due terreni e un conto corrente bancario

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La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Trapani nei confronti di un imprenditore edile siciliano. Tra i beni sottoposti a confisca ci sono: una società di capitali nel settore dell'edilizia, 39 fabbricati (abitazioni, magazzini e negozi) tra Trapani ed Erice, nove sull'isola di Levanzo (Trapani), due terreni e un conto corrente bancario, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro.

L'accusa

Secondo gli inquirenti, sin dagli anni '90, l'imprenditore sarebbe entrato a far parte di un contesto societario controllato da ambienti mafiosi, fornendo liquidità per ripianare esposizioni con il sistema bancario. Le attività investigative svolte dalla Dia hanno dimostrato come l'imprenditore, oltre a svolgere il ruolo di prestanome delle quote di alcuni esponenti mafiosi tra i quali il "capo mandamento" di Trapani, avrebbe consentito alla società, della quale aveva rilevato alcune quote, di effettuare un'importantissima e redditizia speculazione immobiliare facendo pressioni sugli uffici comunali affinché modificassero la destinazione d'uso di un appezzamento di terreno per la realizzazione di villette residenziali. Il terreno fu poi sottoposto a sequestro. L'imprenditore aveva acquistato un'area edificabile in una zona sottoposta a vincolo giudiziario e sulla quale aveva ottenuto un'importante concessione edilizia, interponendo nel rapporto di compravendita una nuova società. Il dubbio sulla liceità dell'operazione è sorto dall'analisi di un documento antiriciclaggio fornito dagli organi di vigilanza della Banca d'Italia. 

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