In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Morte Viviana Parisi e Gioele, udienza su archiviazione: gip si riserva

Sicilia

Il giudice era chiamato a esprimersi sulla richiesta della procura di archiviare le indagini. I legali della famiglia di Viviana hanno presentato opposizione alla domanda

Condividi:

Il gip Maria Eugenia Aliquò si è riservata sulla decisione di archiviazione dell'inchiesta, come chiesto dalla procura, sulla morte della dj Viviana Parisi, 41 anni, e del figlio Gioele di 4 anni (LE TAPPE - LE INDAGINI - IL RITROVAMENTO), trovati morti nell'agosto del 2020 nella campagne di Caronia (Messina). I legali della famiglia di Viviana hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. L'udienza si è svolta in camera di consiglio al tribunale di Patti. La decisione sarà comunicata nei prossimi giorni.

L'ipotesi della procura

Presenti i sostituti procuratori Alessandro Lia e Federica Urban che hanno spiegato i motivi per i quali la procura ha chiesto l'archiviazione sottolineando che dai rilievi e le prove in loro possesso la donna si sarebbe suicidata gettandosi dal traliccio e con ogni probabilità, avrebbe strangolato il figlio Gioele, o quest'ultimo sarebbe morto in un incidente nella campagne di Caronia.

La versione della famiglia

In aula anche gli avvocati della famiglia Mondello, Pietro Venuti e Claudio Mondello che hanno esposto la tesi dei loro esperti per i quali Viviana non si sarebbe buttata dal traliccio e non avrebbe ucciso Gioele. "Speriamo - spiega Venuti - che emerga la verità, noi siamo certi che Viviana non si è mai arrampicata sul traliccio e non avrebbe mai toccato Gioele, siamo sicuri che il giudice valuterà in modo imparziale quanto da noi presentato in udienza. Vogliamo arrivare ad una verità perchè la famiglia, che è stata molto provata in questi mesi, ha diritto ad avere una ricostruzione dei fatti corretta e a sapere come sono veramente morti Viviana e Gioele ". 

"Finalmente - afferma Carmelo Lavorino, consulente dei legali di Daniele Mondello - un giudice imparziale deciderà nei prossimi giorni se abbiamo ragione noi che affermiamo che Viviana non ha ucciso Gioele e mai si è arrampicata su quel traliccio e riteniamo esista una 'combinazione criminale' che ha traslato i corpi delle vittime ed ha depistato le indagini; oppure se hanno ragione i tre magistrati della Procura di Patti, i 15 super esperti e uno stuolo di Investigatori di P.G. e del S.I.P.S , i quali ipotizzano senza basi e senza prove che si è trattato di omicidio-suicidio". "Abbiamo confutato - prosegue Lavorino - tutto quello che potevamo, e l'analisi dei fatti e degli eventi ci dà ragione. Siamo convinti nostra tesi". "Ho fiducia - conclude Lavorino - nella logica, nella ragione, e nella scienza dell'investigazione criminale perchè queste sono le basi del diritto. Inoltre il diritto è giustizia e non convenienza ideologica".

Le parole del pm

"Abbiamo ascoltato le tesi dei legali della famiglia Mondello, ognuno è ibero di affermare ciò che vuole ma forse era necessaria maggiore attenzione. Pur sottoponendomi alla volontà del Gip che deciderà per il meglio nelle prossime ore, ritengo che le conclusioni dei legali e dei loro esperti spesso siano non veritiere rispetto a quanto sta agli atti e ritengo si tratti di affermazioni grottesche". A dirlo il procuratore di Patti (Messina) Angelo Cavallo dopo le dichiarazioni fatte dai legali della famiglia Mondello in camera di consiglio davanti al Gip. "Noi siamo convinti della nostra tesi - ribadisce Cavallo - e di quanto abbiamo scritto: Loro non ci hanno dato una versione coerente alternativa dimostrandone la veridicità con delle prove. Hanno solo fornito delle suggestioni che rimangono inspiegabili e non hanno nella maggior parte dei casi una rilevanza logica o giuridica. Diversi da parte loro gli esempi non coerenti con gli indizi raccolti".