I beni erano stati sequestrati dalla polizia di Stato nel marzo e nel giugno del 2019. Si tratta di tre immobili a Milano, 6 rapporti finanziari per circa 50.000 euro e un'impresa commerciale attiva nel settore della gioielleria, con sede a Milano nel cosiddetto "Quadrilatero della moda"
L'ufficio misure di prevenzione patrimoniali della divisione anticrimine della questura di Palermo ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca di beni per 2 milioni di euro nei confronti di Gaetano Fontana, 45 anni, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale, su proposta del questore Leopoldo Laricchia. Si tratta di tre immobili a Milano, 6 rapporti finanziari per circa 50.000 euro e un'impresa commerciale attiva nel settore della gioielleria, con sede a Milano nel cosiddetto "Quadrilatero della moda", formalmente intestata alla convivente, ma di fatto riconducibile a Fontana.
La confisca
I beni erano stati sequestrati dalla polizia di Stato nel marzo e nel giugno del 2019. Sono finiti nella disposizione dello Stato anche numerosi orologi di lusso, gioielli (orecchini, collane, bracciali e anelli in materiali e pietre preziosi), nonché gemme sfuse, alcuni dei quali rinvenuti nel corso delle operazioni di perquisizione e sequestro eseguite dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo nelle abitazioni di Gaetano Fontana e dei suoi fratelli Angelo e Rita, nell'ambito dell'operazione "Coffee Break" nel maggio 2019.
Il provvedimento è stato notificato a Gaetano Fontana in carcere, dove si trova perché accusato di associazione mafiosa e di essere ai vertici della famiglia mafiosa dell'Acquasanta. Gaetano è figlio di Stefano Fontana, morto a 58 anni nel settembre 2013, già reggente della famiglia mafiosa "Arenella - Acquasanta", condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso e legato da rapporti di parentela anche con Vincenzo Galatolo, 77 anni, reggente della famiglia mafiosa del quartiere "Acquasanta", condannato all'ergastolo per l'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.