Gela, morte operaio: la procura chiede il rinvio a giudizio per ex dirigenti Enichem Anic
SiciliaSecondo l’accusa, gli indagati avrebbero "per colpa consistita in negligenza ed imprudenza nonché inosservanza delle norme di prevenzione infortuni e malattie professionali, causato la morte di un dipendente delle predette società, deceduto il 12 ottobre del 2015, dopo aver avuto diagnosticato una malattia professionale consistita in mesotelioma sarcomatoide"
La procura di Gela ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro ex dirigenti delle società Enichem Anic, Praoil aromatici e Raffinazione Srl per omicidio colposo. Secondo l'accusa, al vaglio del giudice per le indagini preliminari, si legge in una nota del procuratore Ferdinando Asaro, gli indagati avrebbero "per colpa consistita in negligenza ed imprudenza nonché inosservanza delle norme di prevenzione infortuni e malattie professionali, causato la morte di un dipendente delle predette società, deceduto il 12 ottobre del 2015, dopo aver avuto diagnosticato una malattia professionale consistita in mesotelioma sarcomatoide".
Le indagini e le accuse
L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Gela dopo la segnalazione dell'Inail sul decesso dell'operaio che aveva lavorato all'Enichem dal 1974 al 1996. Durante quel periodo, è la tesi sostenuta dall'accusa, l'uomo, morto nel 2015, avrebbe "contratto la malattia professionale causata sul posto di lavoro entrando in contatto con amianto senza protezioni tipiche e idonee" a tutela della sua salute. I quattro imputati per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio, assieme alla aziende, sono i dirigenti allora in carica nelle società per cui lavorava l'uomo, adesso in pensione e ultra settantenni. La moglie dell'operaio, che vive nel Nisseno, ma non a Gela, ha presentato una querela nel 2017 ed è considerata parte lesa nell'inchiesta. "Accertamenti tecnici eseguiti - ha spiegato il procuratore Asaro - ci permettono di ipotizzare un collegamento di causa ed effetto tra il luogo di lavoro, la malattia e il decesso dell'operaio, anche se i fatti sono accaduti molti anni fa. Adesso la nostra tesi passa al vaglio del Gip. Non è il primo caso, ovviamente. Ci sono state richieste di archiviazione, sentenze di non luogo a procedere e rinvii a giudizio, come logico che sia nella dialettica giudiziaria".
Eni: “Dimostreremo la nostra correttezza”
"Eni prende atto del provvedimento della Procura della Repubblica del Tribunale di Gela che ha come oggetto fatti riferiti al periodo 1974-1996, e confida di poter dimostrare in ambito processuale la correttezza del proprio operato", fa sapere l'Eni, in una nota.