Nuova eruzione dell'Etna, nube alta 10 chilometri e colata di lava

Sicilia

Il fenomeno si è concluso ed è stato anticipato, a partire dalle 2 della notte scorsa, da attività stromboliana. La nube vulcanica ha provocato la caduta di cenere e lapilli sui paesi etnei di Milo, Fornazzo, Trepunti, Giarre, Macchia di Giarre, Mascali, Riposto e Torre Archirafi. Il governo regionale dichiara lo stato di crisi: Musumeci ha annunciato una prima erogazione da un milione di euro a favore dei paesi più colpiti

Nuovo evento parossistico sull'Etna dal cratere di Sud-Est con fontana di lava e l'emissione di una nube eruttiva alta 10 chilometri che ha provocato una intensa 'pioggia' cenere e di lapilli, anche grossi, sul versante orientale del vulcano. Il fenomeno si è già concluso ed è stato anticipato, a partire dalle 2 della notte scorsa, da diverse ore di attività stromboliana che ha coinvolto anche i crateri Voragine, Bocca Nuova e Nord-Est (LE ERUZIONI DELL'ETNAGLI AGGIORNAMENTI). Il governo regionale dichiara lo stato di crisi e chiederà a Roma lo stato di emergenza per le decine di Comuni raggiunti dalla cenere dell'Etna. Lo ha annunciato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dopo un incontro con il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina.

Musumeci annuncia un milione di euro per Comuni più colpiti

Musumeci ha annunciato una prima erogazione di un milione di euro a favore dei Comuni colpiti e l'avvio delle procedure per l'acquisto di mezzi idonei alla asportazione della cenere, da tenere a disposizione dei sindaci in caso di necessità. Al tempo stesso il governatore ha affidato all'assessore alla Salute Ruggero Razza il compito di verificare con le istituzioni sanitarie nazionali se la cenere vulcanica possa costituire pregiudizio alla salute delle persone che ne vengono a contatto. "È solo un eccesso di prudenza - puntualizza Musumeci - ma, come si sa, la prudenza non è mai troppa"

Disagi al traffico per cenere sull'autostrada Messina-Catania

La pioggia di cenere e lapilli ha interessato in particolare la tratta autostradale compresa tra Fiumefreddo e Giarre della A18 Messina-Catania (dal km. 51 al km. 58), provocando disagi al traffico e rallentamenti. Sul posto le squadre di assistenza alla viabilità di Autostrade Siciliane stanno intervenendo per rendere fruibile il passaggio nel più breve tempo possibile, ma compatibilmente con i ritmi dell'attività vulcanica. Sino al completo ripristino delle condizioni di percorribilità autostradale, è stata disposta l'uscita obbligatoria a Fiumefreddo, per chi viaggia in direzione Catania, e a Giarre, per chi viaggia in direzione Messina. È stato inoltre disposto il libero passaggio, senza pagamento del pedaggio, sia al casello di Fiumefreddo che di Giarre. 
Stamane, intanto, una ulteriore fontana di lava e la ricaduta piroclastica sui Comuni del versante Est, in particolare, Sant'Alfio, Giarre, Mascali, hanno reso la situazione ancora più critica. La Protezione civile regionale ha già attivato i suoi funzionari della sede di Nicolosi e Catania per effettuare dei monitoraggi e sopralluoghi. 

L'eruzione dell'Etna

La nuova fase ha fatto registrare la sua maggiore energia a partire dalle 7, quando l'attività del cratere Sud-Est è passata da stromboliana a fontana di lava. Venti minuti dopo gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania hanno rilevato la formazione di una colonna eruttiva che ha superato l'altezza di 10.000 metri sul livello del mare, disperdendosi in direzione est. Dalla bocca effusiva che si è aperta il 4 marzo scorso alla base del cratere di Sud-Est emerge una colata che si riversa nella Valle del Bove dove, aprendosi in più 'bracci', i fronti più avanzati nella notte hanno raggiunto quota 2.400 metri. A partire dalle 7,45 il tremore vulcanico ha subito un rapido decremento dell'ampiezza portandosi a livelli medio-bassi e gli eventi infrasonici sono tornati di debole energia. L'attività di fontana di lava, secondo le osservazioni dell'Ingv-Oe di Catania, è cessata alle 8,10. Permane ancora una debole attività di emissione di cenere. La nube vulcanica, che si disperde nel settore orientale, ha prodotto prevalentemente ricaduta di cenere e lapilli sui paesi etnei di Milo, Fornazzo, Trepunti, Giarre, Macchia di Giarre, Mascali, Riposto e Torre Archirafi. La nuova fase eruttiva dell'Etna, al momento, non impatta con l'operatività dell'aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

Cenere lavica su spiagge e strade

È emergenza cenere lavica sui paesi del versante Est dell'Etna dove strade e spiagge sono colorate di nero per la presenza di cenere e lapilli 'precipitati' da un'alta nube eruttiva emessa dal cratere di Sud-Est durante l'ultima fase parossistica. La cenere lavica cade copiosa e crea forti disagi alla popolazione e agli Enti locali. L'attuale emergenza non riguarda Catania e il suo aeroporto perché il vento ha sospinto la nube eruttiva verso il versante orientale della struttura vulcanica.

Coldiretti: "Danni a piante e fiori"

"L'emissione di cenere sta provocando danni a piante e fiori coperti da una coltre nera che soffoca le produzioni con la necessità di avviare l'iter per la richiesta di calamità naturale". Lo chiede la Coldiretti sottolineando che i fenomeni eruttivi dell'Etna con l'emissione di cenere e lapilli hanno colpito pesantemente il comparto florovivaistico e delle piante aromatiche. "Le piante prodotte nell'area etnea in questo momento - sottolinea la Coldiretti - raggiungono tutt'Italia quindi bisogna sostenere maggiori costi sia per una selezione sia per la pulizia che dev'essere fatta attentamente per i danni che potrebbero derivarne". "La manutenzione straordinaria va estesa anche alle serre ed in generale a tutti gli strumenti di lavoro e questo - continua Coldiretti - fa lievitare i costi aziendali. Danni anche alle colture nonostante gli effetti reali, soprattutto sugli ortaggi e sugli agrumi, saranno visibili solo tra qualche tempo".

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