Covid, in Sicilia primo caso di variante Sudafricana

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Il 32enne è rientrato in Italia partendo il 10 febbraio da Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, con un volo che ha fatto scalo ad Addis Abeba per poi atterrare a Roma e da lì a Palermo, dove, appena sbarcato, è stato sottoposto a tampone rapido risultando negativo. Il sindaco: "Prudenza nei comportamenti"

In Sicilia c'è il primo caso di variante Sudafricana del Covid nell'Isola. Il genoma è stato sequenziato su un uomo di 32 anni di Mazara del Vallo, nel Trapanese, rientrato da un soggiorno di due mesi in Africa, dove ha lavorato su alcune piattaforme petrolifere. Il sequenziamento è stato accertato dal dottor Fabio Tramuto del laboratorio di riferimento regionale del Policlinico di Palermo, diretto dal professor Francesco Vitale. Lo scrive Il Giornale di Sicilia. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Il caso

L'indagine è partita grazie all'attività dell'Asp di Trapani e del dottor Stefano Giaramida, responsabile del presidio di Igiene pubblica di Salemi. Il 32enne è rientrato in Italia partendo il 10 febbraio da Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, con un volo che ha fatto scalo ad Addis Abeba per poi atterrare a Roma e da lì a Palermo, dove, appena sbarcato, è stato sottoposto a tampone rapido risultando negativo. I primi sintomi li ha avvertiti il 15 febbraio e da quel momento è scattato l'isolamento. Anche la moglie è risultata positiva. "Il sistema di tracciamento ha funzionato alla perfezione - ha spiegato il professor Vitale - I colleghi dell'Asp di Trapani sono stati molto bravi a capire che poteva esserci la variante sudafricana e sono intervenuti con celerità per bloccarne la diffusione. Anche la moglie è positiva ma è troppo presto per affermare se sia stata contagiata con la mutazione, in quanto non abbiamo ancora effettuato il sequenziamento".

Il sindaco: "Prudenza nei comportamenti"

Per il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, la variante sudafricana "può mettere a repentaglio tutti i sacrifici fatti in questi mesi. Siamo contenti di essere passati in zona gialla, ma questo non significa poter fare quello che vogliamo. I nostri comportamenti devono essere responsabili e corretti, e occorre evitare passi indietro nella lotta al Virus. Se non faremo tesoro dell'esperienza e prenderemo questa fascia gialla come un 'liberi tutti’ - ha concluso - questo traguardo sarà più difficile da raggiungere".

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