Covid Sicilia, il Tar: niente richiamo per i “furbetti" del vaccino

Sicilia

La questione riguarda alcuni di coloro che, il 6 gennaio scorso a Scicli, avevano ottenuto senza titolo la prima dose del vaccino Pfizer. Secondo il giudice, non vi è né la parvenza di un ragionevole diritto né il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per chi si è visto negare la seconda somministrazione

Il Tar della Sicilia conferma il provvedimento contro i "furbetti" del vaccino, adottato dall'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di concerto col presidente Nello Musumeci, che stabilisce che non c'è alcun diritto alla seconda dose del siero anti-Covid, per chi non ne aveva nemmeno alla prima. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Il presidente della sezione di Catania del Tribunale amministrativo, Federica Cabrini, intervenuta in forma monocratica proprio per l'urgenza addotta dagli autori dei ricorsi, ha infatti ritenuto insussistenti sia il "fumus boni iuris" che il "periculum in mora", in sostanza non vi è né la parvenza di un ragionevole diritto né il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile, per chi si è visto negare la seconda dose di vaccino. La questione riguarda alcuni di coloro che, a Scicli (Ragusa), avevano ottenuto senza titolo la prima dose del vaccino Pfizer Biontech, il 6 gennaio.

La vicenda

Una volta che era scoppiato lo scandalo, l'assessore Razza aveva emesso un proprio provvedimento, il 28 gennaio, con cui aveva vietato la somministrazione del richiamo agli "abusivi", coloro che cioè non rientravano nelle categorie prioritarie. Il ricorso era ritenuto urgente e, in attesa della decisione collegiale, ora fissata per l'11 marzo, la presidente Cabrini ha espresso la sua decisione di fatto vanificando le aspettative di chi aveva "saltato la fila", perché la seconda dose va somministrata almeno tre settimane dopo la prima, ma entro 40 giorni circa. Nel caso specifico, i non aventi diritto del Comune ibleo, assistiti dagli avvocati Fabio Borrometi e Salvatore Poidomani, miravano a ottenere il secondo vaccino entro il 17 febbraio, ma non potranno averlo. Dovranno così nuovamente sottoporsi, quando sarà il loro turno e senza altre scorciatoie, alla prima somministrazione e attendere poi il richiamo.

La decisione del giudice

Tutto questo perché i ricorrenti, scrive il giudice Cabrini "assumono (ma non fornendo alcun principio di prova) che, in mancanza (del richiamo, ndr), potrebbero verificarsi effetti gravemente dannosi per la loro salute, per il mancato completamento e per il rischio di essere nuovamente sottoposti a un secondo ciclo vaccinale composto da altre due dosi". Argomenti confutati nel decreto: infatti "non risultano evidenze scientifiche di eventuali rischi, se non quello della possibile inefficacia del vaccino, effetto che riporterebbe i ricorrenti alla situazione quo ante a quella determinata dall'aver avuto accesso alla prima dose, pur non avendone diritto". "Il danno paventato - conclude il provvedimento monocratico del Tar Sicilia - è allo stato meramente ipotetico, non essendo dato sapere se e quando i ricorrenti saranno convocati per la somministrazione del vaccino nel rispetto delle previsioni del Piano strategico e non essendovi alcuna evidenza scientifica che l'effetto della prima dose vaccinale possa perdurare nel tempo". Cosi', "nel bilanciamento del contrapposto interesse, che non è quello del risparmio di spesa, come indicato in ricorso, ma quello di garantire il regolare proseguimento della campagna vaccinale nei confronti degli aventi diritto, tenuto conto del contingentamento del numero delle dosi di vaccino, l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dai ricorrenti va respinta".

L'avvocato: “Lo riteniamo ingiusto”

"Non ci sono evidenze scientifiche tramite le quali possa essere accertato che la non somministrazione della seconda dose di vaccino possa arrecare danno a chi ha ricevuto la prima dose di vaccino anti covid, e per questa ragione in Tar ha respinto con provvedimento cautelare d'urgenza ed inaudita altera parte, la nostra richiesta", ha detto l'avvocato Borrometi che, assieme al collega Poidomani, ha contestato il provvedimento della Regione. "Ci siamo rivolti prima al Giudice del lavoro - spiega l'avvocato Fabio Borrometi - che si è espresso indicando non fosse sua giurisdizione e poi ci siamo rivolti al Tar. La questione riguarda queste persone che il 6 gennaio scorso, per passaparola si sono recate spontaneamente al centro vaccini di Scicli e che altrettanto spontaneamente sono state vaccinate con la prima dose del vaccino e sono state tacciate come 'furbetti'. A questo punto con un vaccino che è poco più che sperimentale, e per questa ragione nell'incertezza degli effetti, queste persone sono costrette a non completare il ciclo vaccinale e dovranno sottoporsi ad un nuovo ciclo completo, cosa che riteniamo essere ingiusta. Non vedo poi per quale ragione debbano essere tacciate come 'furbette' dal momento che loro, come una moltitudine di altre persone si sono recate al centro vaccinale, ripeto, spontaneamente".

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