L'armatore dell’Antartide è stato sanzionato in quanto, su 12 giorni di fermo obbligatorio, effettuati nel 2019, ne ha comunicati nove. Il registro di bordo contenente le informazioni per evitare la multa è stato però rubato durante i 108 giorni di prigionia
L'armatore dell'Antartide, uno dei due pescherecci sequestrati per 108 giorni in Libia, ha ricevuto dalla Capitaneria di Mazara del Vallo (Trapani) una multa da 2mila euro, in quanto, su 12 giorni di fermo obbligatorio, effettuati nel 2019, ne ha comunicati solo nove. Per evitare la sanzione basterebbe comunicare gli ultimi tre, ma i dati, come altre informazioni, sono contenuti nel “logbook” elettronico, strumento di bordo rubato assieme ad altri apparati durante la prigionia.
La sanzione
Nel verbale notificato dalla Capitaneria si legge: "Nello specifico venivano effettuate, a fronte di 12 giornate di arresto temporaneo obbligatorio aggiuntivo soltanto 9 giornate utili al fine del conteggio annuale. Con tale condotta illecita - riporta il documento - l'unità di pesca ha di fatto esercitato la propria attività in periodi non consentiti dalla vigente normativa del settore". L'armatore dell'Antartide, Leonardo Gancitano, spiega che ora "è impossibile risalire ai dati contenuti nel logbook elettronico, lo strumento che fornisce le informazioni sul pescato e sul luogo in cui si trova un peschereccio in un determinato giorno. Ne abbiamo parlato con il responsabile di Federpesca - aggiunge -. Speriamo veramente di venire a capo di questa situazione”.
La nota della Guardia costiera
La Guardia costiera, dopo le proteste dell'armatore, ha precisato che la sanzione "non è in alcun modo legata alla vicenda del sequestro, ma si riferisce al mancato rispetto delle misure previste, per l'anno solare 2019, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a tutela delle risorse ittiche, discendenti dalla politica Comune della Pesca dell'Unione Europea, la cui osservanza permette alle società armatrici di accedere a contributi economici". Per accedere ai contributi, informa la Guardia costiera, "l'armatore del Motopesca Antartide, nel mese di agosto 2019, ha dichiarato di aver osservato i giorni di fermo obbligatorio aggiuntivo previsti per quell'anno, già entro il mese di giugno. Nel corso dell'istruttoria della pratica per l'accesso ai contributi, ultimata nel mese di dicembre 2020, è invece emerso che non tutti i giorni dichiarati potevano essere utilmente considerati ai fini del fermo pesca obbligatorio". "La circostanza - prosegue - era nota all'armatore già dallo scorso mese di maggio 2020, molto prima della vicenda del sequestro, ed a nulla rileva l'impossibilità di poter accedere ai dati del 'logbook elettronico' sottratto dalla nave durante la detenzione. Tali dati, infatti, sono integralmente ed automaticamente trasmessi ai sistemi di controllo del Ministero delle Politiche Agricole, ai quali il personale della Capitaneria di porto preposta ai controlli accede normalmente e che gli armatori possono ottenere in copia con una semplice istanza alla Capitaneria".
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