Trapani, indagati per bancarotta fraudolenta tre imprenditori

Sicilia
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Eseguito un decreto di sequestro preventivo di cinque immobili del valore di oltre un milione di euro

A Trapani la guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di cinque immobili del valore di oltre un milione di euro, nei confronti di tre imprenditori, ex rappresentanti legali, soci e amministratori di due imprese.

L'indagine

L'indagine ha riguardato la società Agricoleasing Srl di Alcamo che opera nel settore finanziario e che, nel corso della sua ultraventennale attività, ha concesso numerosi finanziamenti a privati e imprenditori, attraverso l'erogazione di prestiti, l'anticipo di fatture attive, l'apertura di credito e la concessione di fidi. Sotto inchiesta anche la società Bizar Line Srl attiva nel settore industriale (produzione di metalli) di Alcamo. Entrambe le imprese sono riconducibili agli indagati ed entrambe sono state dichiarate fallite. Dalle scritture contabili e dalla documentazione bancaria, oltre che da attività tecnica di intercettazione telefonica e ambientale e dalle testimonianze di 100 risparmiatori, la finanza ha accertato che sarebbero stati distratti dagli attivi fallimentari circa 5,6 milioni di euro dalle casse sociali; quattro fabbricati e un terreno dal patrimonio del valore di circa 1,2 milioni di euro; beni mobili (arredi, macchinari e attrezzature) del valore di circa 50mila euro e tre veicoli del valore complessivo di 55mila euro.

Reati contestati

Sono stati, inoltre, contestati i reati di dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di circa 270mila euro. Nel corso degli anni, la società operante nel settore finanziario, per mantenere la propria liquidità, è ricorsa in modo sistematico all'anticipazione di ricevute bancarie concesse da diversi istituti di credito nonchè all'emissione di un prestito obbligazionario.

Gli accertamenti

Le somme raccolte, però, invece di essere utilizzate nell'ambito dell'attività finanziaria normalmente svolta, sono state distratte nel tempo dagli indagati, attraverso escamotage contabili consistiti nel mancato versamento sui conti delle società delle somme ricevute dai risparmiatori per la sottoscrizione dei certificati obbligazionari, o per investimenti; oppure attraverso l'annotazione in contabilità di fittizi contratti di "finanziamento" intestati a terzi del tutto ignari. Con riguardo alla società Bizar Line Srl, invece, l'indagato ha distratto più di un milione di euro dalle casse sociali destinandoli all'acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, ecc.) di proprietà di una cantina vinicola, già dichiarata fallita nel 2012, operazione di acquisto che non si è poi concretizzata. La illecita gestione delle due imprese ha comportato una spoliazione dei beni (immobili, mobili ) del patrimonio delle società fallite, operazione finalizzata a sottrarre i beni dalle future pretese dei creditori.

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