In manette è finito anche Francesco Domingo, boss di Castellammare del Golfo, soprannominato "Tempesta" e fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Indagato anche il sindaco di Castellammare del Golfo
Operazione antimafia dei carabinieri in provincia di Trapani. Tredici arresti e in manette è finito anche Francesco Domingo, boss di Castellammare del Golfo, soprannominato "Tempesta" e fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Ci sono altri undici indagati, fra cui il sindaco del paese di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo. Indagati pure un ex consigliere comunale di Castellamare del Golfo - che aveva chiesto al boss di attivarsi per il recupero di un mezzo agricolo che gli era stato rubato - e un ex consigliere Comunale di Trapani, che aveva concorso con Domingo e Francesco Virga nella estorsione a un imprenditore agricolo.
L'operazione dei carabinieri
Il blitz ha colpito duramente la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo. Gli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini
Le indagini hanno permesso di smantellare la cosca. Al vertice c'era il pregiudicato Domingo, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso e altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015. La sentenza con la quale venne all'epoca condannato aveva accertato che Domingo aveva svolto il ruolo di tramite fra Cosa nostra e un'organizzazione criminale operante in Sardegna. Questo perché Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro avevano programmato alcuni atti ritorsivi contro le guardie carcerarie che proprio in Sardegna, a loro avviso, si sarebbero resi responsabili di gravi maltrattamenti contro i detenuti al regime di cui al 41 bis. Inoltre, le indagini hanno dimostrato che Domingo sin dalla sua scarcerazione aveva riassunto il ruolo di capo famiglia. Tra l'altro, un ruolo che gli era riconosciuto anche negli Stati Uniti d'America dove si sono da tempo insediate e sviluppate 'cellule' di Cosa nostra.
Le visite intercettate
Numerose sono state infatti le visite, intercettate dalle microspie e telecamere dei carabinieri, di esponenti mafiosi della famiglia italo-americana Bonanno di New York che aggiornavano il capo mafia castellammarese delle dinamiche e degli equilibri di Cosa Nostra oltreoceano. Ma i mafiosi americani chiedevano anche a Domingo l'autorizzazione per interloquire con altri esponenti del mandamento di Alcamo: peroravano le cause di conoscenti in patria e veicolavano messaggi tra Domingo e gli affiliati in America.