Mafia Catania, 46 arresti: disarticolato clan Brunetto

Sicilia
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Il provvedimento restrittivo ipotizza a vario titolo i reati di associazione mafiosa, traffico e a spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso

Operazione antimafia, a Catania, dei carabinieri che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare e di sequestro preventivo nei confronti di 46 persone (38 arresti, ordinanza cautelare in carcere ad altre sei già detenute e poste ai domiciliari due indagati) disarticolando il clan Brunetto, legato a Cosa nostra rappresentata dalla famiglia Santapaola-Ercolano, egemone in gran parte dell'area Ionica dell'area Etnea. Il provvedimento restrittivo ipotizza a vario titolo i reati di associazione mafiosa, traffico e a spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. 

Le indagini

L'indagine ha preso avvio nel 2017 su una banda che gestiva una vasta piazza di spaccio nel popoloso rione Jungo, da cui ha preso il nome l'operazione, che fruttava diverse migliaia di euro al giorno. La direzione e gestione della piazza era riconducibile alla famiglia Andò, capeggiata da Giuseppe, detto il "cinese'', 59enne venditore ambulante che, con figli e nipoti, si occupava di tutti gli aspetti del traffico di droga, anche di reclutare i pusher. La collocazione del suo camion non era casuale: gli permetteva di controllare i movimenti delle pattuglie nel primo e più importante incrocio cittadino e fungeva da base per incontrare altri sodali, fornitori di stupefacenti, creditori, membri di altri clan o per convocare spacciatori "indisciplinati" nei turni e punirli con detrazioni dello "stipendio", che era di circa 250 euro a settimana. In caso di arresto di un pusher il gruppo si occupava del "mantenimento" della sua famiglia, comprese le spese legali. Un sistema entrato in crisi per i numerosi arresti, tanto da fare dire a uno degli organizzatori: "appena ne prendono un altro è finita. Vediamo ste' persone come si devono campare perché poi chi viene qui sotto a lavorare? Nessuno!".

L'operazione

Dalle indagini è emerso anche che il "cinese" era diventato il referente pro tempore del clan "Brunetto-Santapaola" su Giarre dopo l'arresto di Pietro "Carmeluccio" Oliveri, indiscusso erede del boss Paolo Brunetto. Giuseppe Andò avrebbe avuto ordini dal carcere sulla gestione degli affiliati e sul mantenimento dei detenuti e delle rispettive famiglie. Dall'operazione emerge anche una estorsione a un ristoratore di Giarre, mai denunciata per paura. Alcune vittime hanno negato anche dopo essere state convocate dai carabinieri. Tra i minacciati anche dei giostrai: "se monta gli brucio tutte le cose...", è la rappresaglia annunciata. I carabinieri hanno anche eseguito il sequestro preventivo un immobile a Mascali e un autocarro di uno dei capi del gruppo utilizzato per occultare e trasportare ingente quantità di droga.

Il sequestro

Durante l'operazione, sono stati eseguiti 18 arresti per spaccio di stupefacenti, denunciate altre 20 per reati connessi e segnalare 40 assuntori di droga. Sono stati sequestrati anche, complessivamente, 40 chili di marijuana, due chili e mezzo di cocaina, 200 grammi di eroina, 25 grammi di hashish, 3.850 euro in contanti, un motociclo rubato, un fucile, quattro pistole, 218 munizioni.

Il pm: "Il clan Brunetto egemone per droga ed estorsioni"

Le indagini, inoltre, scrive la Procura, hanno permesso di "individuare e colpire la frangia locale del sodalizio mafioso 'Brunetto', articolazione della famiglia mafiosa 'Santapaola-Ercolano', ed egemone nel territorio di Giarre, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Castiglione di Sicilia", e un elemento di spicco della stessa famiglia mafiosa del quartiere Picanello di Catania". L'inchiesta ha permesso anche di "definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli indagati in un'associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti che conduceva una 'piazza di spaccio' nel quartiere popolare Jungo di Giarre, attribuirne la gestione ad affiliati alla famiglia mafiosa Brunetto-Santapaola, ricostruire le modalità di turnazione fra vari pusher, il loro compenso, il mantenimento alle loro famiglie qualora detenuti, i canali di approvvigionamento di ingenti quantità delle varie sostanze e i relativi luoghi di occultamento".

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