Il femminicidio è avvenuto questa mattina. Il marito ha colpito la vittima alla gola, poi si è recato nella locale caserma dei carabinieri. A quanto trapela, negli ultimi tempi l’anziano avrebbe manifestato segni preoccupanti di seri disturbi mentali
Poco dopo le 8 di questa mattina, a Niscemi (Comune agricolo di 26mila abitanti a 80 chilometri da Caltanissetta) è avvenuto un femminicidio. La vittima è Giuseppa Pardo, casalinga pensionata di 66 anni. A ucciderla, con un colpo di tagliacarte alla gola, è stato V.B., il marito 67enne. L’uomo, un pensionato ed ex venditore ambulante, subito dopo l’omicidio si è costituito nella locale caserma dei carabinieri. Negli ultimi tempi, a quanto trapela, l’anziano avrebbe manifestato segni preoccupanti di seri disturbi mentali, che negli ultimi sei mesi - secondo i familiari - si sarebbero acuiti. Il corpo martoriato della donna sarà sottoposto ad autopsia. Un primo esame del medico legale ha confermato che la morte sarebbe stata provocata dai fendenti alla gola e al torace sferrati dal marito.
La confessione e l'intervento dei carabinieri
"Ho ucciso mia moglie, sono qui per costituirmi": questo è quanto ha dichiarato ai militari V.B. L'uomo non ha manifestato alcuna emozione ed è apparso tranquillo, come se non avesse nemmeno commesso il delitto. I carabinieri, coordinati dal colonnello Ivan Borracchia, si sono subito recati in casa dei due coniugi, dove hanno trovato il cadavere della vittima, in un lago di sangue. L'uxoricida si trova in questo momento in stato di fermo nella caserma, a disposizione del sostituto procuratore di Gela, Mario Calabrese, che dirige le indagini, condotte dai militari del comando territoriale di Gela, coordinate dal procuratore Fernando Asaro. Il rifiuto di cure da parte di V.B. per i propri disturbi mentali e il ventilato, possibile, ricorso al Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) potrebbero essere le cause scatenanti della violenza omicida. È questa una delle ipotesi che i carabinieri di Niscemi e di Gela avanzano sul movente del delitto, anche se finora non c'è alcuna conferma ufficiale. Forse tra i due coniugi c'e' stata una lite, anche se i vicini di casa hanno detto di non avere udito grida e solo dopo l'arrivo dei carabinieri hanno appreso la notizia dell'uxoricidio.
La situazione in famiglia
La famiglia di V.B. ha sempre goduto di grande stima in paese, per la serietà dei genitori e per l'impegno professionale e sociale dei due figli: un maschio (vigile urbano a Niscemi) e una femmina (insegnante in Lombardia, dove vive col marito, il quale è un agente di polizia penitenziaria). Negli ultimi mesi questa apparente serenità familiare era stata però incrinata dal ripetersi di episodi nei quali l'ex venditore ambulante avrebbe manifestato segni di squilibrio, dando in escandescenze. Tanto da indurre i familiari a esaminare la possibilità di farlo sottoporre a Tso. Sarebbe stato il genero a chiedere per iscritto ai medici del servizio Asp di igiene mentale di adottare il provvedimento. Ma la richiesta non avrebbe avuto seguito.
Sindaco Niscemi: "Femminicidio mi rattrista particolarmente"
Il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, in proposito, ha detto: "Proprio stamattina mi hanno riferito che recentemente c'è stato un episodio di collera sedato dal personale di un'ambulanza e dalle forze dell'ordine, intervenuti sul posto, dai quali sarebbe arrivata una richiesta ai medici competenti di sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio. Ma poi non l'hanno fatto. A me non è arrivato mai nulla da firmare". Il primo cittadino ha poi sottolineato: "E' molto doloroso che sia accaduto un fatto del genere nella nostra comunità, già provata da difficoltà e da particolari emergenze. Il fatto poi che si tratti di un femminicidio rende tutto più amaro e mi rattrista particolarmente".