Donna uccisa nel Palermitano, confessa la nipote: tre arresti

Sicilia

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la nipote della vittima, che ha detto di avere ucciso la zia perché da tempo la maltrattava, avrebbe assoldato due sicari affinché la aiutassero ad uccidere la zia, Angela Maria Corona, e a occultarne il cadavere

Tre persone ritenute responsabili, in concorso morale e materiale tra loro, dell'omicidio di Angela Maria Corona, 48 anni, e del successivo occultamento del cadavere sono state arrestate dai carabinieri. Gli arrestati sono la nipote della vittima, M. F. C., di 39 anni, e due uomini, extracomunitari, che la donna avrebbe assoldato per uccidere la zia, si tratta di G. M. D., ivoriano di 23 anni, e T. S., maliano di 28 anni. I militari hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese.

L'omicidio

La nipote ha confessato di avere ucciso la zia perché da tempo la maltrattava. Per compiere il delitto si sarebbe avvalsa della collaborazione dei due uomini che vivono a Palermo. La donna avrebbe consegnato circa 15 mila euro ai presunti complici per uccidere la zia, i soldi sono stati trovati dai carabinieri in casa dei due. L'autopsia sul cadavere non è stata ancora eseguita. La nipote e i due uomini sono stati arrestati con l'accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. L'uccisione di Angela Maria Corona, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Bagheria, sarebbe avvenuta martedì 14 aprile. La donna sarebbe stata strangolata e poi infilata in un sacco e gettata in un dirupo lungo la strada provinciale 16, il suo cadavere è stato ritrovato giovedì 16 aprile.

Le indagini

I sospetti dei carabinieri, coordinati dal pm Daniele Di Maggio e del procuratore di Termini Ambrogio Cartosio, si erano concentrati quasi subito sulla donna. Il compagno e altri testimoni avevano raccontato di continui dissidi tra la zia e la nipote. I militari dopo avere scoperto il corpo della vittima hanno rintracciato la 39enne al centro Grandi ustionati dell'ospedale Civico dove era stata ricoverata poco dopo il delitto con bruciature alle gambe. Secondo alcuni testimoni le sarebbero state provocate dalla zia che le avrebbe lanciato dell'acqua bollente, secondo la giovane, invece, le ustioni sarebbero state provocate dall'incendio della sua macchina. L'auto è andata in fiamme vicino il cimitero di Bagheria. I carabinieri con la consulenza dei vigili del fuoco hanno accertato che il rogo era doloso.

La confessione

"Ho deciso di fare uccidere mia zia perché da sempre mi ha maltrattato. Sin da bambina mi faceva mangiare gli scarafaggi e mi faceva lavare i denti dopo aver bagnato lo spazzolino nell'acqua del water", è il racconto che della nipote fatto ai carabinieri nel confessare di avere organizzato il delitto. Dal letto dell'ospedale Civico dove è ricoverata ha raccontato ai militari dove è stato gettato il corpo e chi ha avrebbe commesso l'omicidio. Da qualche mese aveva deciso di eliminare la zia. Così è andata nel mercato Ballarò e ha contattato un giovane che conosceva l'ivoriano. Il complice, il maliano, non lo aveva mai visto. All'omicidio non avrebbe assistito. Avrebbe visto la zia soltanto dopo che era stata strangolata e chiusa in sacco. Insieme ad uno dei due presunti sicari avrebbe caricato il corpo della zia sulla sua Citroen e gettata nel dirupo.

Le parole dell'avvocato

"La mia assistita - dice l'avvocato Francesca Maria D'Amico - ha collaborato con gli inquirenti aiutando i carabinieri a ritrovare il corpo. Si sarebbe pentita di avere ucciso la zia tanto da tentare il suicidio", dopo l'omicidio avrebbe chiesto ad uno dei due giovani arrestati di ucciderla. Una bombola di gas e una tanica di benzina sarebbero state messe in un'auto con la donna dentro. Fortunatamente il fidanzato della donna, come ha raccontato la nipote ai militari, è riuscita a liberarla prima dell'esplosione. Tutto è avvenuto vicino al cimitero di Bagheria. Le ustioni sul corpo sono provocate dal rogo. Per la donna e i suoi presunti complici, il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ed il sostituto Daniele Di Maggio, che coordinano le indagini, hanno chiesto ed ottenuto dal Gip la custodia cautelare in carcere. Gli interrogatorio di garanzia si terranno lunedì.

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