Truffa da milioni di euro all’Asp di Messina: arrestati medico e farmacista, 10 indagati

Sicilia

E’ stata accertata l'esistenza un'organizzazione criminale composta dal titolare di una farmacia, due dipendenti, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell'Asp 

Dodici persone risultano indagate in un’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, su una maxi truffa ai danni dell’Asp di Messina (Azienda Sanitaria Provinciale). La guardia di finanza di Messina ha arrestato un medico di base dell'Asp, C. L., 65 anni, e un farmacista, S. R., 44 anni, che sono stati messi ai domiciliari. Sono stati sospesi dalla professione per un anno altri 5 medici di medicina generale convenzionati con l'Asp. Sequestrati preventivamente inoltre beni mobili, immobili e denaro per 50mila euro. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere, alla truffa aggravata, al falso ideologico, all'esercizio abusivo della professione, alla somministrazione di morfina senza la prescrizione.

La denuncia dell'Asp Messina

L'indagine è nata da una denuncia presentata proprio dall'Asp di Messina per segnalare irregolarità nell'emissione di ricette mediche per l'acquisto di farmaci molto costosi a cittadini esentati dal ticket per motivi di reddito. Le prescrizioni venivano portate poi a rimborso dai farmacisti che avevano venduto le medicine. Dalle indagini è emerso che gli acquisti con le prescrizioni mediche anomale avvenivano quasi esclusivamente in un'unica farmacia territoriale dell'Asp di Messina.

Le indagini

Grazie alla documentazione sanitaria e alle ricette mediche sequestrate, i militari hanno accertato l'esistenza un'organizzazione criminale, composta dal titolare della farmacia, due dipendenti, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell'Asp, che commetteva truffe per avere rimborsi pubblici. La base logistica era la sede stessa della farmacia. In breve il volume d’affari era passato dagli 827mila euro del 2015 a oltre un milione e mezzo nel 2017. I guadagni erano tali che l’attività ‘regolare’ era passata in secondo piano, divenendo un esercizio di facciata.

La truffa

La guardia di finanza ha accertato una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, con l'approvvigionamento di ricette "rosse", sulle quali mettere le fustelle provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti compiacenti che non avevano esenzione ticket e ai quali venivano poi fatti sconti particolari. Successivamente, si passava alla preparazione di una contabilità amministrativa apparentemente regolare per i rimborsi liquidati dall'Azienda Sanitaria Provinciale. Come è emerso dalle indagini, le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato, prevalentemente, farmaci costosi, generalmente prescritti in caso di trapianto di organi, trattamenti post chemioterapici, carcinomi del polmone. I farmaci, mediante false prescrizioni mediche sulle quali sono risultati apposti timbri e firme riconducibili ai medici oggi sospesi, venivano prescritti prevalentemente ad assistiti morti o inesistenti. Molto grave il danno economico subito dall'Asp: dal 2016 in poi, l'azienda ha dato alla farmacia compensi superiori al milione, nel 2016 al milione e 200mila euro, fino ad arrivare a un 1 milione 285mila euro nel 2018.

La nota dell'Asp

"Tuteleremo i cittadini assistiti dai medici interessati dai provvedimenti dell'autorità giudiziaria senza interrompere l'attività sanitaria, in un momento di grande emergenza collettiva quale è quella attuale", ha sottolineato Paolo La Paglia, direttore Generale Asp Messina. "In relazione all'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica - ha continuato - esprimo plauso per l'efficace azione di contrasto alle attività illecite a danno dell'Azienda Sanitaria provinciale di Messina, frutto anche della sinergia e collaborazione istituzionale instaurata. L'Azienda sanitaria, preso atto della gravità dei fatti, porrà immediatamente in essere ogni procedura consequenziale e si costituirà parte civile nel relativo procedimento giudiziario".

I più letti