Agrigento, sequestrati beni per 9 milioni al 're dei supermercati'. VIDEO

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"L'imprenditore si sarebbe liberato di alcuni beni allo scopo di sottrarli ai creditori, commettendo una serie di reati fiscali e fallimentari e facendo sorgere, dunque, il sospetto che sia autore di intestazione fittizia di beni", spiega il Questore di Agrigento

Beni per quasi nove milioni di euro sono stati sequestrati da guardia di finanza di Agrigento e polizia a un imprenditore di Porto Empedocle, Giuseppe Burgio, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare. Burgio, 56 anni, ai domiciliari, è stato condannato nel 2018 a 8 anni per bancarotta fraudolenta e risulta attualmente indiziato di intestazione fittizia di beni. Sequestrati un centro commerciale, appartamenti, autovetture, conti correnti e gioielli.
La richiesta di disporre il sequestro "era stata presentata dal questore di Agrigento nel 2016 - spiega l'attuale questore, Rosa Maria Iraci - periodo in cui parallelamente la guardia di finanza svolgeva indagini che hanno portato all'arresto dell'imprenditore e alla condanna del 2018 per reati fallimentari". Dopo la condanna, prosegue Iraci, "il tribunale ha rinviato al questore la richiesta di ulteriori accertamenti per parametrare la pericolosità sociale per gli anni che vanno dal 2004 al 2017". A seguito dei nuovi elementi emersi durante le indagini, la seconda sezione del Tribunale di Agrigento ha firmato il decreto di sequestro finalizzato alla confisca, che prevede inoltre a carico di Burgio la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni con obbligo di soggiorno.

L'operazione "Discount"

L'imprenditore venne arrestato nell'ottobre 2016 a seguito dell'operazione "Discount", partita da un'indagine sui fallimenti di quattro società - avvenuti fra il dicembre 2011 e l'ottobre del 2012 - riconducibili a Burgio. Alla custodia cautelare si arrivò per "plurime ipotesi di bancarotta fraudolenta in danno delle quattro società e in relazione ai cui fallimenti ha procurato danni ai creditori sociali per quasi 50 milioni di euro, rendendosi - spiega l'accusa - responsabile di distrazioni per oltre 13 milioni di euro".  

Il sequestro

I sigilli sono stati messi, in particolare, a due appartamenti di 5 e di 12 vani in via Minerva ad Agrigento, un complesso immobiliare destinato a centro commerciale "Le Rondini" situato lungo la statale 115 a Porto Empedocle, un fabbricato incompleto, destinato a centro commerciale, in via Venezia a Gela e a un appartamento di due vani con terrazzo in vicolo Morici a Palermo, zona Ucciardone. Il valore complessivo degli immobili sequestrati ammonta a 5.247.000 euro. I sigilli sono stati posti inoltre a 15 autoveicoli da 198 mila euro, gioielli e preziosi per 21.288 euro e 11 rapporti bancari-assicurativi-di investimento del valore di 65 mila euro. In totale il valore dei beni sequestrati è stato quantificato - sulla base delle attuali rivalutazioni previste dall'osservatorio del mercato immobiliare dell'agenzia del territorio - in 8.700.000 euro.

Le indagini

"La Questura, avvalendosi della collaborazione del nucleo Economico-finanziario della Guardia di finanza, ha svolto un grande lavoro di ricostruzione di tutti i movimenti effettuati nel corso degli anni dell'imprenditore. Siamo riusciti - ha aggiunto il Questore di Agrigento - a individuare una serie di operazioni sospette che hanno determinato una pericolosità sociale qualificata in quanto la persona è ritenuta indiziata di intestazione fittizia di beni. Perché l'imprenditore si sarebbe liberato di alcuni beni allo scopo di sottrarli ai creditori, commettendo una serie di reati fiscali e fallimentari e facendo sorgere, dunque, il sospetto che sia autore di intestazione fittizia di beni che è una delle categorie che dà la possibilità di sottoporre a sorveglianza speciale e a sequestro patrimoniale".  

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