Le persone fermate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive. Altre 16 persone risultano indagate nell'inchiesta
Quattro persone sono state poste agli arresti domiciliari dai carabinieri del Nas che, con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti degli indagati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre. Gli investigatori hanno inoltre eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 21 persone, delle quali 16 indagate a vario titolo per gli stessi reati o per esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.
Le indagini
L'indagine ha preso il via da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del Nas di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, alla gara ciclistica "Granfondo MTB - Baronessa di Carini", disputata a Carini (PA) il 29 maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali. L'organizzazione utilizzava come base operativa e di copertura due palestre a Cinisi e Partinico e un negozio di integratori alimentari nel Palermitano. Agli arresti domiciliari sono finiti C. M., 39 anni, personal trainer, G. A., 32 anni che ha una palestra a Partinico, F. M., 50 anni, e F. D. R., 34 anni, che ha una palestra a Cinisi. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro soggetto, anch'esso preparatore e body builder, hanno organizzato un'intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni degli atleti.
Il doping
Tra i farmaci vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon, Gonasi e Monores, nonché trenbolone e nandrolone (quest'ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto stupefacente). Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all'interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell'Italia. Si ipotizza che il volume di affari dell'organizzazione si aggirasse sui 300mila euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati. Nel corso dell'attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il bodybuilding a livello agonistico. In particolare, una delle palestre era diventata un vero e proprio "ambulatorio del doping", infatti, all'interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee.