Catania, scoperte 2 sale giochi abusive: un sequestro e due denunce

Sicilia
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

La polizia, durante un’operazione di controllo, è intervenuta in viale Moncada all’interno di due immobili, restituiti poi al Comune. In entrambi i casi è stata riscontrata un’indebita percezione del reddito di cittadinanza 

In viale Moncada, a Catania, la polizia del commissariato di Librino ha scoperto due sale giochi abusive, sequestrandone una e denunciando 2 persone per l’altra. Gli agenti sono intervenuti in seguito a un’operazione di controllo ad ampio raggio all’interno della città.

Il sequestro del primo locale

La prima sala giochi era gestita all’interno di una bottega dell’Iacp, occupata illegalmente, da un soggetto pregiudicato, figlio di un detenuto e appartenente ad una famiglia mafiosa. Gli agenti intervenuti sul posto hanno accertato la mancanza della tabella dei giochi proibiti, un allaccio diretto alla rete Enel e un’indebita percezione del reddito di cittadinanza. La struttura è stata sequestrata e restituita al Comune.

L’intervento nella seconda sala giochi abusiva

Nello stesso viale, ma in un altro immobile, la polizia ha scoperto un'ulteriore sala giochi abusiva. Anche in questo caso, il gestore (pregiudicato e figlio di un detenuto) aveva occupato illegalmente un immobile di proprietà del Comune. Oltre al titolare, anche il padre dell’uomo è stato denunciato per truffa aggravata, perché percepiva il reddito di cittadinanza senza averne titolo.

Gli altri controlli sul territorio

Nove persone indagate in stato di libertà, tre automezzi sequestrati, due immobili occupati abusivamente restituiti al Comune di Catania. È questo il bilancio dell’operazione di controllo eseguito dalla polizia. Tra i denunciati per invasione di terreni, nel rione Zia Lisa, ci sono anche due persone che occupavano illegalmente suolo pubblico per esporre auto in vendita. Gli agenti hanno sequestrato le vetture in conto vendita prive di assicurazione. Uno dei due è stato anche indagato per truffa aggravata per l'ingiusto conseguimento del sussidio statale della 'Carta rei'.  

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