Siracusa, falsi certificati d’invalidità: 2 arresti e 73 indagati

Sicilia
Immagine di archivio (ANSA)

Nel bilancio dell’inchiesta “Povero Ippocrate” rientrano anche un sequestro di beni per 600mila euro, 7 divieti di esercitare la professione di medico e 2 obblighi di dimora. Secondo l’accusa, venivano rilasciati documenti fasulli per usufruire delle pensioni 

Due persone agli arresti domiciliari (compreso un neurologo dell'Asp), due obblighi di dimora, sette divieti di esercitare la professione di medico (anche per due dottori dell'Inps), 73 indagati (compresi 12 professionisti dell'Asp e 5 dell'Inps) e beni sequestrati per 600mila euro. È questo il bilancio dell'inchiesta “Povero Ippocrate” della procura di Siracusa contro falsi invalidi, basata su indagini dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria. Secondo l'accusa, venivano redatti falsi certificati per le pensioni di invalidità e per “accompagnamento”. Sono stati anche disposti sequestri nei confronti di tutti gli indagati e dei medici, per un totale di 600 mila euro.

I provvedimenti

La procura aveva chiesto l'arresto per alcuni degli indagati, ma il gip Carmen Scapellato ha disposto i domiciliari solo per il neurologo dell'Asp S.C. e per la gestrice di un patronato, R.M. La donna è ritenuta dalla Procura a capo di questa organizzazione, anche se il Gip non ha accolto l'ipotesi di reato di associazione a delinquere proposta dalla Procura stessa. Contestati a vario titolo i reati di falso in atto pubblico, corruzione, truffa allo Stato e abuso d'ufficio. Le indagini hanno fatto seguito alla denuncia di un privato che si era sentito chiedere 2mila euro per la pensione d'invalidità. Un obbligo di dimora è stato disposto per un medico, mentre la misura cautelare del divieto temporaneo di svolgere la professione medica è stato disposto nei confronti di un infettivologo, un diabetologo, un medico legale e dei dottori dell'Inps. Tra coinvolti nell'operazione figurano anche l’ex sindaco di Melilli (nel Siracusano), che avrebbe ricevuto denaro da R.M., l’ex presidente della commissione, oggi in pensione (e che per tanti anni ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale) e un ex consigliere della provincia regionale di Siracusa.

Le indagini

Al centro dell'inchiesta ci sono 28 pratiche di indennità per pensione o accompagnamento ottenute, secondo l'accusa, con false attestazioni mediche in cambio di 'mazzette' o regali, come profumi o viaggi. L'indagine, coordinata dal procuratore Sabrina Gambino e dai sostituti Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, si basa su intercettazioni telefoniche e ambientali. Stando agli accertamenti dei carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della procura, sarebbe emerso che i medici dell’Asp e dell'Inps di Siracusa, a vario titolo addetti all'accertamento delle invalidità, avrebbero dichiarato falsamente, per la maggior parte in cambio di soldi, di avere eseguito esami e diagnosticato patologie nei confronti di diversi soggetti, pur in assenza o addirittura in contrasto con i test oggettivi. Alcuni di loro avrebbero anche esercitato il giudizio medico nell'ambito di un organismo collegiale, in cui in realtà risultavano assenti tutti gli altri componenti. Tra gli episodi emersi, inoltre, vi sono pazienti sedati per apparire malati, finti parenti e false badanti che accompagno i degenti alla visita, nonché la presentazione di falsi esami diagnostici e strumentali, come referti di Tac e di Ecodopller.

Il sistema delle “mazzette”

L’inchiesta ha fatto luce anche su alcune “mazzette”. Nell'ordinanza del gip Carmen Scapellato risultano allegate le riprese video dei carabinieri sui passaggi di denaro in favore dei medici corrotti. Il “sistema”, che secondo l’accusa si serviva anche dell'appoggio di alcuni patronati, avrebbe previsto in alcuni casi che il falso invalido venisse istruito sul comportamento da tenere durante la visita di accertamento davanti alla commissione dell'Inps. In particolare, al candidato per la pensione sarebbe stato spiegato come simulare determinati sintomi e gli sarebbero stati consegnati dei referti falsificati. I finti parenti e le false badanti sarebbero serviti per descrivere e confermare la presenza assidua dei sintomi simulati dal candidato.

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