Due donne, grazie anche all'esame del Dna, sono riuscite a ricongiungersi con i propri cari, morti in mare nel naufragio del 7 ottobre, mentre le altre due torneranno in Tunisia senza poter seppellire il figlio. Sono state convocate ad Agrigento dal Procuratore aggiunto
Quattro donne sono giunte in Sicilia, ad Agrigento, dalla Tunisia alla ricerca dei propri figli, migranti scomparsi in mare dopo il naufragio del 7 ottobre scorso al largo di Lampedusa. Le quattro madri, che hanno coperto le spese di viaggio grazie a una colletta organizzata dalla comunità tunisina a Palermo, sono state convocate dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella per identificare alcuni dei cadaveri recuperati nei giorni successivi alla tragedia.
Riconosciute due salme
Due madri, grazie anche all'esame del Dna, sono riuscite a trovare le salme dei propri cari, mentre le altre due torneranno in Tunisia senza poter seppellire il figlio.
I due dispersi
Risultano ancora dispersi quindi Fheker Hamidi, 18 anni, il più giovane dei quattro, e il più anziano del gruppo, Lazar Chaieb, 32 anni, sposato e con una figlia di quattro anni. Il 18enne, racconta la madre stringendo la foto del ragazzo, "voleva soltanto girare il mondo e conoscere altri Paesi". Chaieb invece voleva raggiungere l'Italia per curarsi. "Da quattro anni aveva un tumore - spiega la madre -, ma il consolato italiano due anni fa gli aveva negato il visto per motivi di salute. E così lui ha tentato di raggiungere l'Italia con un barcone dopo essersi attaccato all'addome, dentro una busta di plastica e con il nastro adesivo, le cartelle cliniche che documentavano il suo stato". "Torno in Tunisia a mani vuote, senza neanche il corpo di mio figlio. Cosa dirò a mia nipote che chiede continuamente notizie del padre?", prosegue la donna. La famiglia del 32enne inoltre non potrà contare su un sussidio: in mancanza di un certificato ufficiale di morte del congiunto, devono passare almeno tre anni dalla dichiarazione di scomparsa.
Il commento del sindaco di Palermo Leoluca Orlando
Le quattro donne questa mattina hanno incontrato in Municipio il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, accompagnate dalla rappresentante tunisina nella consulta delle Culture, al quale hanno raccontato le storie dei loro figli. Il sindaco Orlando ha definito “vergognoso” il comportamento del consolato "vergognoso": "E' il frutto del clima che si è creato nel nostro paese", ha aggiunto il primo cittadino.