Disabile segregato nell'Agrigentino, convalidato l'arresto degli zii

Sicilia
Foto di archivio (Getty)

I due coniugi hanno tentato di giustificarsi spiegando di aver incatenato il nipote 33enne perché, nei mesi precedenti, il ragazzo si era allontanato dall'abitazione facendo perdere le proprie tracce. Il Gip: “Hanno agito con crudeltà”

Il Gip ha convalidato l'arresto dei coniugi di Naro (Agrigento) accusati di aver segregato il nipote disabile legandolo al letto con una catena alla caviglia. I due, durante l'udienza, hanno chiesto "perdono" e si sono detti "dispiaciuti e scossi". Gli zii del 33enne, rappresentati dall'avvocato Alba Raguccia, sono indagati per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

Gli zii chiedono perdono

La donna ha risposto alle domande del magistrato, mentre il marito ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Entrambi hanno ammesso i fatti e fornito delle giustificazioni spiegando di averlo fatto perché, nei mesi precedenti, il ragazzo si era allontanato dall'abitazione facendo perdere le proprie tracce ed era stato ritrovato, molti giorni dopo, una volta in Calabria e l'altra in Campania. Secondo la Procura, il 33enne sarebbe stato anche percosso e umiliato in diverse circostanze. La donna ha ammesso di aver insultato il ragazzo, spiegando di averlo fatto perché l'aveva fatta innervosire. La situazione dei coniugi, di 52 e 53 anni, che dovevano accudire il disabile, era stata segnalata anche ai servizi sociali del Comune. Il giovane, in un paio di circostanze, nel 2014 e nel 2015, era andato dai carabinieri segnalando le violenze e chiedendo di potere andare ad abitare in un altro posto. L'inchiesta, che ha portato all'arresto dei due zii, è stata coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gloria Andreoli.

Il Gip: “Hanno agito con crudeltà”

Il Gip, Luisa Turco, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della coppia. Secondo il magistrato, i familiari "hanno agito con insensibilità e crudeltà nei confronti di un giovane disabile, mostrando di essere privi del più elementare senso di pietà nei suoi confronti". Per il giudice “sussiste il concreto pericolo che possano commettere ulteriori delitti della stessa specie per cui si procede".

Il blitz dei carabinieri

Il 33enne era stato affidato agli zii perché anche sua madre aveva problemi di salute. I carabinieri della stazione di Naro e quelli della compagnia di Licata, a seguito di intercettazioni nell'appartamento dei coniugi e ai pedinamenti, sabato 26 ottobre, hanno fatto irruzione nell'abitazione della coppia e hanno liberato il giovane. Il ragazzo è stato poi accompagnato in un centro di cura.  I carabinieri che sabato lo hanno liberato stanno facendo anche una colletta e presto lo andranno a trovare.

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