Palermo, operazione antidroga: 23 misure cautelari

Sicilia

Nel corso dell'operazione "Green finger" sono state smantellate due organizzazioni criminali, indipendenti ed estranee tra di loro, e sequestrate tre tonnellate di hashish

A Palermo la polizia ha eseguito 23 misure cautelari con l'accusa, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti. La piazza palermitana era diventata snodo fondamentale nel passaggio dall'ingrosso al dettaglio dello stupefacente. Durante l'operazione sono state sequestrate tre tonnellate di hashish.

L'attività investigativa

Le indagini sono iniziate nel 2015. Nel corso dell'operazione "Green finger" sono state smantellate due organizzazioni criminali, indipendenti ed estranee tra di loro, specializzate nel traffico di grossi carichi di cocaina e hashish. Nel primo caso, sono state registrate le rotte, i collegamenti e i rapporti tra i componenti del clan e soggetti della malavita internazionale che dall'Argentina, dopo tappe intermedie in Europa, avrebbero fatto giungere a Palermo grossi quantitativi di cocaina. Nel secondo caso, i carichi di hashish sarebbero stati addirittura distribuiti in altre province e la piazza palermitana avrebbe assunto un ruolo di centro di smistamento. L'hashish, spesso proveniente da grossi fornitori in Marocco, sarebbe rimasto 'stoccato' nei magazzini del nord-Italia in attesa di essere acquistato dai trafficanti palermitani. Un quantitativo stimato in oltre 1000 chili, 700 dei quali sono stati sequestrati in più tranche dalla polizia con l'arresto dei corrieri. Nel corso dell'indagine sono state sequestrate dalla squadra mobile anche numerose coltivazioni di cannabis nella provincia di Palermo.

Le parole del capo della squadra mobile

"Abbiamo eseguito 23 misure cautelari nell'indagine coordinata dalla Dda di Palermo su due distinti gruppi criminali che trafficavano droga. La prima organizzazione faceva capo a Salvatore Drago Ferrante, di Bagheria, e piazzava sul mercato la cocaina. La seconda, che faceva capo a Francesco Antonino Fumuso, di Villabate, commerciava hashish. È stata un'attività molto complessa che si è svolta in Italia e altrove", ha spiegato Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo. "Il gruppo di Drago Ferrante, trafficava la cocaina che arrivava in Italia dall'Argentina a bordo di aerei che partivano dal paese sudamericano per raggiungere alcune capitali europee. Gli investigatori hanno intercettato un grosso carico in Francia. L'altro gruppo - ha aggiunto Ruperti - trafficava l'hashish attraverso contatti diretti con un intermediario marocchino che la faceva arrivare nel nord Italia, dove in varie province, e in città quali Milano e Piacenza, veniva stoccata e preparata per i vari corrieri palermitani che la portavano nel capoluogo siciliano". L'indagine conferma il legame tra il mondo della droga e la mafia: "I personaggi che erano a capo di queste due organizzazioni criminali - ha concluso Ruperti - sono vicini agli ambienti di Cosa nostra. Complessivamente sono stati sequestrati quasi 3 tonnellate di hashish".  

Il codice segreto dei trafficanti

Nelle intercettazioni i trafficanti parlavano in codice usando come unità di misura i "cavalli". Gli indagati spesso scommettevano su corse di trotto e avevano escogitato i codici pensando di trarre in inganno gli investigatori. E così i poliziotti il 5 aprile 2016 sentivano Giuseppe Bronte che parlava con Pasqualino Urso, entrambi arrestati, di un "cavallo" che andava fatto riscaldare e che, in seguito a tale operazione, sarebbe "ritornato subito". Nel prosieguo di quel dialogo, inoltre, emergeva la richiesta celata, di un'ulteriore fornitura di droga la cui qualità dove rivelarsi superiore a quella precedente, discutendo anche del quantitativo di cui Urso aveva bisogno fornendo l'Indicazione di una fantomatica distanza che il cavallo avrebbe dovuto coprire. "Il cavallo lo fai riscaldare un po'...ritorna come prima! Tu, prima di darglielo, lo riscaldi un po' il cavallo, lo alleni un po', ti faccio vedere che il cavallo ritorna subito", diceva Bronte e Urso: "Ci stai pensando per il cavallo?” Bronte rispondeva: "Venerdì vengo pure per questo". Urso: "Vedi che voglio un velocista bello veloce" e Bronte: "Ah, allora lo vuoi per i mille metri! No duemila metri". 

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