Alla sbarra nomi di spicco delle cosche come il boss dell'Acquasanta, Vito Galatolo, e il fratello dell'autista di Totò Riina, Girolamo Biondino
Ha retto in Cassazione, con qualche annullamento per la rideterminazione delle pene, il processo 'Apocalisse', l'inchiesta sui clan palermitani che ha decapitato le cosche della città.
L'inchiesta e le condanne
La Suprema Corte ha sostanzialmente confermato le condanne a circa 4 secoli di carcere inflitte nel processo d'appello: 58 i condannati tra boss e gregari mafiosi. In appello erano state 63 le condanne e 27 le assoluzioni. Alla sbarra nomi di spicco delle cosche come il boss dell'Acquasanta, Vito Galatolo, che ha avuto una pena a 15 anni e 6 mesi di reclusione e il fratello dell'autista di Totò Riina, Girolamo Biondino, condannato a 13 anni e 8 mesi di carcere. Il processo nasce da due blitz della Dda di Palermo del 2014 e del 2015 che ricostruirono la mappa dei clan e i vertici dei mandamenti di Tommaso Natale e San Lorenzo e della cosca dell'Acquasanta.