Mazara del Vallo: poliziotti condannati per abuso d’ufficio e falso

Sicilia
Immagine d'archivio (ANSA)

Le pene inflitte ammontano a quattro anni e mezzo di carcere ciascuno e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici 

Tre poliziotti in servizio fino al 2015 al commissariato di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, sono stati processati per abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, favoreggiamento e calunnia in danno dei carabinieri. Le pene inflitte ammontano a quattro anni e mezzo di carcere ciascuno e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Si tratta dei sovrintendenti Vito Pecoraro e Antonio Sorrentino, entrambi di 57 anni, e l'assistente Vincenzo Dominici, di 50.

Le indagini

L'inchiesta è nata in seguito agli sviluppi del procedimento a carico di Pecoraro e Dominici per falso ideologico in concorso. I due sono accusati, insieme con Sorrentino, di avere redatto una relazione di servizio falsa. A Pecoraro e Dominici era stato contestato il fatto di non avere adottato, nel 2012, alcuna sanzione dopo avere fermato un'auto priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo dell'Agenzia delle Entrate. Su quel mezzo i carabinieri avevano piazzato una microspia poiché proprietario, Vittorio Misuraca, era indagato per sfruttamento della prostituzione. Ma il 30 giugno 2014, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo ai due colleghi, il sovrintendente Sorrentino dichiarò che c'era una relazione di servizio, datata 19 aprile 2012, in cui Pecoraro spiegava che al posto di blocco non furono adottati provvedimenti perché sapeva che sull'auto c'era la microspia dei carabinieri. Dall'indagine condotta però sarebbe emerso che la relazione di servizio sarebbe stata redatta solo nel 2014 e retrodatata.

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