Gli operai della Blutec e dell'indotto hanno occupato il municipio di Termini Imerese per protestare contro il mancato rispetto degli impegni aziendali. I partecipanti hanno annunciato che la protesta continuerà anche domani
Gli operai della Blutec e dell'indotto si sono riuniti nella mattina di oggi, giovedì 7 febbraio, davanti ai cancelli dell'azienda di Termini Imerese (Palermo) per un confronto sullo stallo della vertenza. La manifestazione è sfociata poi nell'occupazione dell'aula consiliare del municipio della città. La protesta è dovuta al mancato rispetto degli impegni aziendali per il rilancio della fabbrica e al timore che la cassa integrazione non sia prorogata per quest'anno. I lavoratori hanno annunciato altre iniziative di lotta per i prossimi giorni, già a partire dalle 9 di mattina di domani, venerdì 8 febbraio, con una nuova occupazione del municipio. È prevista la partecipazione di alcuni sindaci del comprensorio, disponibili a sostenere gli operai.
La protesta
La protesta trae origine da notizie ufficiose sulla mancata proroga della cassa integrazione per il 2019. Il provvedimento, promesso dal ministro Luigi Di Maio durante una visita a Termini Imerese, riguarda quasi mille lavoratori: 694 della Blutec e 300 dell'indotto. Da Roma sono arrivate notizie poco rassicuranti. Gli ispettori del Ministero del Lavoro si sarebbero trovati davanti a una stasi del piano di ripresa produttiva. Anche Invitalia aveva giudicato a suo tempo inattuabile il progetto dell'azienda, e aveva chiesto la restituzione di 21 milioni di finanziamenti erogati.
Le rivendicazioni dei sindacati
Fim e Uilm fanno sapere che se dai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo non arriveranno risposte sulla proroga della cassa integrazione e sul piano di rilancio della fabbrica, saranno intraprese nuove iniziative di lotta. Due le rivendicazioni sostenute da Fim Fiom e Uilm: la proroga della cassa integrazione per 564 operai non ancora reintegrati da Blutec e quella in deroga per i 300 lavoratori dell'indotto e la garanzia di tutele anche per 62 tute blu rimaste senza paracadute sociale. Inoltre, la richiesta al Mise di convocare il tavolo di confronto, alla luce del mancato rispetto degli impegni di Blutec sul rilancio dello stabilimento.
Le dichiarazioni dei sindacati
"Se Blutec non è in grado, è necessario trovare un'alternativa. Nell'ultimo confronto al tavolo nazionale il ministro aveva dichiarato che avrebbe coinvolto Fca. Oltre mille lavoratori attendono una soluzione industriale da più di otto anni. La mobilitazione proseguirà fino a quando non avremo risposte dall'azienda e dal ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro". Lo dicono Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil, e Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom Sicilia. "Nonostante lo scorso gennaio sia stato firmato l'accordo per il rinnovo della cassa integrazione dei lavoratori di Blutec e dell'indotto, non è arrivata la firma del decreto da parte del governo, e l'azienda non ha anticipato l'indennità di cassa". "Le nostre rivendicazioni sono le stesse che il ministro Luigi Di Maio aveva raccolto davanti ai cancelli dello stabilimento il 26 ottobre dello scorso anno - proseguono - dare risposte su cassa integrazione e la risoluzione per i lavoratori dell'indotto che sono rimasti fuori dalla tutela degli ammortizzatori sociali per il 2019, 62 operai tra i 44 di Ssa e 18 della Manital, che il governo si era impegnato a inserire nella proroga. Anche sul progetto di rilancio dello stabilimento di Termini Imerese il governo tace".
L'appello dei sindacati
"Chiediamo un tavolo urgente al Ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico, siamo molto preoccupati, i lavoratori vogliono certezze sul rinnovo della cassa integrazione e sul futuro del piano industriale per l'area di Termini Imerese". Lo dicono Ludovico Guercio, segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani, Antonio Nobile, segretario provinciale Fim Cisl, e Antonino Cirivello, responsabile Cisl Termini Imerese. L'altro punto cruciale della vertenza, aggiungono i sindacalisti, "è legato alla mancata attuazione del piano industriale sottoscritto al ministero e sul quale Invitalia ha investito 20 milioni e che ha generato la richiesta di rientro da parte di Blutec del finanziamento". "Anche su questo punto l'azienda sta disattendendo gli impegni sottoscritti non avendo ancora pagato la prima tranche - proseguono - Il Ministero non ha fornito ad oggi nessuna risposta né sulla cassa né sul rilancio industriale del sito termitano, nonostante le richieste del Prefetto e del presidente della Regione, a seguito degli incontri con le organizzazioni sindacali. Siamo molto preoccupati".
Le dichiarazioni del sindaco
Ieri, mercoledì 6 febbraio, il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta aveva dichiarato che la situazione stava diventando esplosiva. Il primo cittadino nelle scorse settimane aveva incontrato, con i sindacati, il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il prefetto Antonella De Miro. "Le preoccupazioni manifestate in quegli incontri - dice il sindaco - sembrano concretizzarsi. I dirigenti del Ministero del Lavoro avrebbero acquisito elementi non proprio convincenti sullo stato di avanzamento del piano di reindustrializzazione proposto da Blutec. Da tempo si capisce che qualcosa non va. È davvero disarmante - ha sottolineato il sindaco - registrare l'inerzia e il silenzio del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico", che in un comizio davanti ai cancelli dello stabilimento "aveva promesso non solo gli ammortizzatori sociali per il 2019 ma anche il coinvolgimento di FCA al tavolo della vertenza. Termini Imerese non potrà sostenere, ulteriormente, ritardi e mortificazioni". Oggi, Giunta aggiunge: "Gli operai sono disperati, credo non si sia mai arrivati così in basso. Che il ministro prenda posizione".
La dichiarazione dei portavoce M5S
"Da parte del governo nazionale c'è il massimo impegno nel trovare la soluzione per i lavoratori di Termini Imerese. Blutec, spacciata dalla politica con l'avallo di alcuni sindacati come unica realtà in grado di rilanciare la produzione e dare occupazione, deve immediatamente rispettare i vincoli che le sono stati concessi dal governo". Lo dicono i portavoce M5S di Termini Imerese, il deputato Luigi Sunseri e le senatrici Antonella Campagna e Loredana Russo. "Il Mise è disponibile ad attivare tutte le iniziative tese a supportare il rilancio del sito e a tutela dei lavoratori e ad oggi permangono le condizioni per l'accordo con Invitalia, purché Blutecprovveda al pagamento dei 2,5 milioni di euro (acconto già dovuto per la sottoscrizione del primo accordo con Invitalia)", aggiungono i portavoce. "Le risorse pubbliche degli ammortizzatori sociali vengano utilizzate per rilanciare le imprese o favorire la continuità produttiva, e non come mero escamotage economico contabile da parte delle aziende. In caso contrario questo territorio dovrà essere liberato da questa nube che ci ha condotto ad un ritardo atavico nello sviluppo del territorio". "Anche in quel caso - sottolineano Sunseri, Campagna e Russo - il Mise starà al fianco dei lavoratori. Ci preme inoltre sottolineare che non esistono informazioni 'ufficiose' ma mere speculazioni politiche da parte delle istituzioni locali che hanno deciso di far politica sulla pelle dei cittadini rischiando di compromettere un processo industriale che per loro responsabilità non ha mai permesso il rilancio di un'area importante del nostro Paese".