Palermo, confiscati i beni di un costruttore vicino a Vito Ciancimino

Sicilia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Confiscati beni per 15 milioni al costruttore Francesco Paolo Alamia: per gli inquirenti agiva per conto della mafia ed era vicino a Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo 

La guardia di finanza, col coordinamento della Procura di Palermo, ha eseguito un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale notificando la confisca dei beni al costruttore e immobiliarista Francesco Paolo Alamia, 84 anni, originario di Villabate, in provincia di Palermo. Passano allo Stato immobili e terreni, imprese, rapporti finanziari (con disponibilità di circa 900mila euro) e autovetture, ''per un valore di oltre 15 milioni di euro''. I beni di Alamia e dei suoi familiari erano già stati sequestrati nel 2016.

L'indagine

L'indagine è stata condotta dai finanzieri del GICO (Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata), che nell'arco di tre anni ha sottoposto al setaccio atti giudiziari e informazioni patrimoniali che riguardano Alamia per un arco temporale di oltre 50 anni. Gli investigatori hanno sentito decine di collaboratori di giustizia, tra i quali Gioacchino Pennino, e hanno analizzato gli atti del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia e di quello sulla speculazione edilizia di Peschiera Borromeo, a Milano. Secondo gli inquirenti il costruttore agiva per conto della mafia, ed era vicino all'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino. 

Chi è Francesco Paolo Alamia

Pur non essendo mai stato condannato per reati di associazione mafiosa, Alamia è considerato, oltre che socio di Ciancimino, imprenditore di riferimento dei boss Riina e Provenzano, nonché socio dell'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Considerato vicino a uno dei più spietati killer di Ciaculli, Pino Greco, Alamia è stato azionista di controllo e rappresentante legale della "INIM - Internazionale Immobiliare S.p.A.", considerata negli anni '70 potenzialmente il terzo gruppo italiano in campo immobiliare. La società si occupò dell'acquisto di grandi aziende fallite (e dei relativi terreni, resi edificabili) in Lombardia, Piemonte e Lazio per grandi operazioni di speculazione immobiliare. Nell'operazione Dell'Utri era mediatore tra l'imprenditoria milanese e la mafia. Coimputato di Alamia era Alberto Rapisarda che, per evitare l’arresto, si nascose in Venezuela dal clan Caruana-Cuntrera.

Indagato anche per la scomparsa dei fratelli Maiorana

Recentemente Alamia è stato indagato per la scomparsa degli imprenditori palermitani Antonio e Stefano Maiorana, di cui si sono perse le tracce ad agosto del 2007.

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