Catania, abusi su minorenni: sacerdote condannato a 14 anni

Sicilia
Foto di archivio (Getty Images)

Il padre di un ragazzino vittima degli abusi dopo essere stato sentito dai carabinieri ha avvisato il sacerdote: "Attento stanno indagando su di te". L'uomo è indagato per favoreggiamento

Condannato a 14 anni di carcere padre Pio Guidolin, 56 anni, accusato di violenza sessuale aggravata su minorenni. Deve anche pagare una provvisionale di 10 mila euro ciascuno alla decine di parti civili. Lo sostiene la sentenza del Gup, Giuseppina Montuori, con la quale si è concluso il processo con rito abbreviato celebrato a Catania. Il giudice dell'udienza preliminare è andato oltre la richiesta del pubblico ministero che aveva chiesto 10 anni. Padre Pio Guidolin è stato anche condannato in primo grado dal tribunale Ecclesiastico. La Curia etnea ha assunto nei confronti del sacerdote alcuni provvedimenti cautelari come l'allontanamento dalla parrocchia e il suo trasferimento.

Le indagini sugli abusi

Le indagini, svolte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Scavo, hanno ricostruito i presunti abusi avvenuti nella chiesa del Villaggio Sant'Agata iniziati nel 2014. Secondo l'accusa, il sacerdote avrebbe cosparso alcuni ragazzini di 14 anni di olio santo prelevato dai locali della sua chiesa dando ai suoi gesti una valenza spirituale e proponendoli come 'atti purificatori' effettuati per lenire le sofferenze interiori dei minori. Le indagini sono partite dal tentato suicidio di uno dei minorenni, stanco di subire abusi. Don Guidolin, arrestato il 1 dicembre del 2017, avrebbe anche millantato amicizie nella criminalità organizzata per far desistere i genitori delle vittime dal proposito di denunciarlo. In tutto sono dieci le parti civile ammesse al processo.

Sceglieva le vittime tra le famiglie in difficoltà

Secondo quanto emerso, sarebbero cinque le vittime del sacerdote, che avrebbe sfruttato il suo ruolo ed approfittato della condizione di particolare fragilità nella quale si trovavano, come ad esempio la separazione dei genitori, in un quartiere difficile di Catania. Le violenze sarebbero state consumate nei locali attigui alla parrocchia.

I genitori delle vittime in difesa del sacerdote

Dalle indagini dei carabinieri è emerso che anche qualche genitore della parrocchia ha protetto il prete, come il padre di un ragazzino vittima degli abusi che dopo essere stato sentito dai carabinieri ha avvisato il sacerdote: "attento che stanno indagando su di te", non sapendo che il loro colloquio era intercettato da militari dell'Arma. Il padre della giovane vittima è ora indagato per favoreggiamento personale.

Minacce 'mafiose' ai genitori che volevano denunciare

Un'altra delle vittime che, stanca degli abusi subiti, avrebbe opposto resistenza al sacerdote rivelando le violenze, per questo, sarebbe stata isolata dalla comunità di fedeli ed accusata di calunnie nei confronti del religioso. Guidolin, per esercitare pressione psicologica nei confronti dei genitori delle piccole vittime che avevano deciso di denunciare i fatti, avrebbe millantato la possibilità di far intervenire esponenti della criminalità organizzata etnea per indurli a desistere dal loro proposito, ma agli investigatori non risultano contatti in tal senso e hanno ricondotto gli episodi a millanterie.

I provvedimenti della Curia

Durante l'inchiesta padre Pio Guidolin era stato mandato a Bronte, paese alle pendici dell'Etna, privo di funzioni, dalla Curia Arcivescovile, che come provvedimento cautelare lo aveva allontanato dalla sua parrocchia di Catania. La Curia, prima dell'inchiesta, aveva avviato indagini ed era stato celebrato un processo canonico al prete da parte del Tribunale ecclesiastico.

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