Oltre al carcere, l'ex Pubblico Ministero, Giancarlo Longo, dovrà dare le dimissioni dalla magistratura e avrà l'interdizione perpetua dai pubblici uffici
Cinque anni di carcere, le dimissioni dalla magistratura e l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici: è la pena patteggiata dall'ex Pubblico Ministero, Giancarlo Longo, accusato di corruzione. Il Giudice per le Indagini Preliminari nei mesi scorsi, non ritenendo le sanzioni sufficienti, aveva respinto la richiesta di patteggiamento avanzata. Longo ha ripresentato l'istanza davanti al tribunale nel corso del procedimento sul cosiddetto "Sistema Siracusa" in cui era imputato insieme ad altre 12 persone.
Le accuse
Il procedimento nasce da una inchiesta dei Pm di Messina, guidati da Maurizio De Lucia. L'inchiesta ha al centro due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore che per anni avrebbero pilotato inchieste e fascicoli al tribunale di Siracusa per avvantaggiare i loro clienti di peso come i costruttori siracusani Frontino. Longo, in cambio di mazzette e regali, avrebbe messo a disposizione la sua funzione di magistrato condizionando le inchieste. Con le sue dichiarazioni Calafiore ha portato all'arresto di un ex giudice del Cga siciliano, accusato di corruzione in atti giudiziari e ritenuto un pezzo di quel "sistema Siracusa" finito al centro dell'inchiesta. Anche Amara e Calafiore hanno chiesto di patteggiare.