Palermo, picchiato titolare di un pub che aveva denunciato il pizzo

Sicilia
Foto di archivio
ambulanza

La vittima è Giovanni Caruso. Il commerciante si era costituito parte civile nel processo contro il clan mafioso del Borgo vecchio. È stato colpito con calci e pugni
 

Giovanni Caruso, titolare di un pub discoteca a Palermo, è stato picchiato sotto casa questa mattina, poco prima delle cinque. Il commerciante si era costituito parte civile nel processo contro il clan mafioso del Borgo vecchio e aveva denunciato le richieste del racket delle estorsioni. L’uomo, appena sceso dalla macchina, è stato affrontato da tre persone che lo hanno colpito con calci e pugni, lasciandola per terra. La vittima è stata portata in ospedale. Alcune persone hanno chiamato i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

Le condanne

L'otto novembre scorso il gup di Palermo aveva condannato complessivamente a oltre mezzo secolo di carcere 13 tra estorsori, boss e uomini d'onore della cosca che imponeva il pizzo anche a Caruso. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina. La pena più alta di 6 anni e 4 mesi è stata inflitta al capomafia Fabio Bonanno. Salvatore D'Amico ha avuto 4 anni e 6 mesi, Elio Ganci 2 anni e 2 mesi in continuazione con una precedente condanna, Luigi Miceli 5 anni e 2 mesi e Domenico Tantillo 5 anni e 8 mesi. E ancora 3 anni e 8 mesi a Antonino Siragusa, 2 anni e 2 mesi a Francesco Russo, 5 anni e 2 mesi ad Antonio Tarallo, 4 anni e 8 mesi a Gianluca Lo Coco, 2 anni e 8 mesi a Salvatore Russo, 4 anni e 8 mesi a Giuseppe La Malfa, 4 anni e 8 mesi a Cristian Cinà, 3 anni e 4 mesi a Domenico Consiglio. Erano stati assolti Massimiliano Tabbita, Francesca Verducci, Marco Verducci, Domenico Canfarotta, Marcello D'Amico e Nunzio La Torre.

L'aggressione

Ha una prognosi di 20 giorni Caruso, l'imprenditore picchiato davanti la propria abitazione, in viale Regione siciliana, a Palermo. L'uomo trascorrerà la notte in ospedale, in attesa dell'esito della Tac. Gli aggressori lo hanno bloccato nell'androne di casa, dove era appena entrato dopo essere stato accompagnato dalla sorella, intorno alle 4. Con sé l'imprenditore aveva l'incasso, una somma cospicua che, spiegano gli investigatori, non è stata toccata. A bloccarlo sarebbero stati in tre, l'hanno costretto a uscire dall'androne e a duecento metri dal palazzo lo hanno malmenato. L'imprenditore è stato sentito dai carabinieri. E' stato predisposto in accordo con la prefettura di Palermo un sistema di protezione.  

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