
Per gli inquirenti, negli ultimi trent'anni, l’attività imprenditoriale di Enzo Morici è stata "al servizio" di Cosa nostra. Il pm aveva chiesto anche quattro anni di sorveglianza speciale
Beni per circa trenta milioni di euro sono stati sequestrati all’imprenditore di Trapani, Enzo Morici. Sono stati confiscati 142 beni immobili, 37 beni mobili registrati, 36 conti correnti e rapporti bancari, 9 partecipazioni societarie e 6 società. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione di Trapani. Parte di questo patrimonio proviene dal padre di Enzo Morici, Francesco, deceduto durante il procedimento di prevenzione. Nei confronti dell’imprenditore, il pm aveva anche chiesto quattro anni di sorveglianza speciale, perché ritenuto un soggetto pericoloso. La richiesta, però, non è stata approvata ed è stata commentata così da Morici "L'unica buona notizia è che non è stata accolta la misura di prevenzione personale".
Attività “al servizio” di Cosa nostra
Secondo gli inquirenti l’attività imprenditoriale di Morici, negli ultimi trent'anni, è stata "al servizio" di Cosa nostra, per questo motivo sono stati dissequestrati soltanto alcuni beni minori, acquistati prima del 1991. Nel procedimento a carico dei Morici, i pm hanno fatto confluire le carte dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex sottosegretario all'Interno Antonio D'Alì, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, ritenendo il gruppo imprenditoriale inserito in un quadro di accordi tra mafia, politica e imprese.