Davide Garofalo, 33 anni, è uno degli indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta “ambulanza della morte”. È accusato di omicidio volontario ed estorsione aggravata dal metodo mafioso
Davide Garofolo, il barelliere indagato nell’inchiesta sulla cosiddetta “ambulanza della morte” è stato rinviato a giudizio dal Gup di Catania. L’accusa nei confronti dell’uomo, 33 anni, è di omicidio volontario ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La prima udienza del processo è stata fissata per il 18 dicembre, davanti alla prima Corte d'assise. L'altro imputato, Agatino Scalisi, 33 anni, ha fatto ricorso al giudizio abbreviato. Per lui la prima udienza si terrà il 4 aprile 2019. Secondo l’accusa, tra il 2014 e il 2016, Davide Garofalo avrebbe ucciso tre persone mentre Agatino Scalisi una.
La tecnica adottata dai barellieri
La tecnica dei due imputati era quella di iniettare ai pazienti terminali, che trasportavano su ambulanze private, aria nelle vene, procurandone la morte per embolia gassosa. Davanti ai familiari sostenevano poi che il decesso era avvenuto per cause naturali. L’operazione avveniva nel tragitto dall’ospedale a casa. L’obiettivo era guadagnare 200-300 euro che i familiari gli avrebbero consegnato per la vestizione della salma. Questi soldi sarebbero poi stati divisi con i clan mafiosi di Biancavilla e Adrano. Sul caso hanno indagato i carabinieri.