Uccisa in casa a Ragusa, notte di indagini e interrogatori

Sicilia
Foto di Archivio (ANSA)
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La donna, Maria Zarba di 66 anni, è stata trovata dal nipote ieri sera in casa con il cranio fracassato. La polizia esclude la rapina come movente dell’omicidio 

Proseguono le indagini e gli interrogatori da parte della polizia di Ragusa, che sta investigando sull’omicidio di Maria Zarba, la donna di 66 anni, trovata ieri sera, giovedì 11 ottobre, con il cranio fracassato nella propria abitazione nel centro della città siciliana. Resta ancora non chiarito il movente del delitto, anche se la polizia ritiene di potere escludere la rapina. Sono stati sentiti familiari e conoscenti della vittima per ricostruire la sua personalità, frequentazioni e se avesse avuto contrasti con qualcuno che lei conosceva. Si stanno visionando le riprese di telecamere di sicurezza presenti nella zona. Sulla vicenda è intervenuto anche il questore di Ragusa, Salvatore La Rosa: "Stiamo assemblando tutti gli elementi a disposizione e, in mattinata, contiamo di chiudere il cerchio per fare piena luce su questo omicidio".

Gli sviluppi

Nel pomeriggio di oggi è stato il marito 74enne della donna ad essere ascoltato dagli inquirenti nella Questura di Ragusa. La coppia si era separata da un anno e questo, stando a quanto riportano i familiari, anch'essi in attesa in Questura, aveva creato disarmonie tra l'uomo e la donna. Sul posto sono giunti anche i quattro figli, residenti per lavoro fuori città. Proseguono le indagini della Polizia scientifica nella casa della vittima.

Trovata morta dal nipote

Sposata con un ex tecnico di laboratorio di 74 anni, che non vive con lei, aveva quattro figli, due maschi e due femmine.
Con lei viveva un nipote che ieri sera, al rientro dal lavoro, ha trovato la nonna riversa per terra in una pozza di sangue nella stanza adibita a soggiorno-cucina. I vicini, attirati dalle urla del nipote, hanno chiamato la polizia e il 118. All’arrivo dell’ambulanza, però, la donna era già deceduta. Maria Zarba era molto conosciuta nel suo rione perché era una ministrante e, da laica, portava la comunione alle persone malate.

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