Napoli, abusi su sei studentesse: arrestato dipendente dell'Università Federico II
CampaniaLe indagini sono scattate dopo una denuncia del novembre 2021 nella quale una ragazza riferiva di essere stata molestata. L'uomo, tecnico di laboratorio del Dipartimento di Biologia, è stato posto ai domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata
È accusato di violenza sessuale aggravata su sei studentesse il tecnico di laboratorio del Dipartimento di Biologia dell'Università Federico II di Napoli al quale i carabinieri del Nucleo Investigativo, dopo indagini coordinate dalla IV sezione della Procura di Napoli (coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone) hanno notificato un arresto ai domiciliari. Le indagini sono scattate dopo una denuncia del novembre 2021 nella quale una ragazza riferiva di essere stata molestata nei locali dell'Università. I vertici dell'Ateneo hanno sospeso e trasferito il dipendente. Successivamente sono emersi altre cinque casi analoghi.
"Incapace di contenere i suoi impulsi sessuali"
Alcune delle violenze sono state perpetrate sotto minaccia, dopo aver attirato le ragazze nei laboratori con la scusa di mostrare loro le strutture. In altre occasioni il 64enne è entrato in azione mentre le studentesse si stavano esercitando al microscopio oppure mentre erano intente a lavorare al computer. Per il giudice la misura cautelare emessa nei confronti dell'indagato, peraltro rafforzata dal divieto di comunicare con persone diverse da quelle che si occupano della sua assistenza, si è resa necessaria non solo in quanto il 64enne si è reso protagonista, reiteratamente, degli abusi sessuali ma anche perché ritenuto assolutamente "incapace di contenere i suoi impulsi sessuali".
Borrelli: “Ci aspettiamo una condanna severa”
Alcune studentesse che hanno denunciato gli abusi si erano rivolte anche al consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, nel dicembre 2021: Borrelli aveva raccolto le loro testimonianze e aveva scritto un esposto per il Rettore. Ad affermarlo è lo stesso consigliere regionale, secondo cui "grazie alla nostra denuncia con la quale abbiamo dato voce alle vittime che avevano paura, quell'uomo fu fermato e l'Università lo licenziò dopo aver ascoltato le vittime e avuto la nostra relazione. Ora ci aspettiamo una condanna severa".