Napoli, telefoni e droga in carcere: fermato anche Garante del Comune

Campania
©Ansa

Secondo le indagini Pietro Ioia, Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale, avvalendosi del suo ruolo che gli consentiva libero accesso all'interno delle carceri, introduceva, previo compenso, cellulari e stupefacenti

ascolta articolo

Tutte le notizie di oggi 18 ottobre

 

Figura anche Pietro Ioia, Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, tra le otto persone arrestate dai carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) in quanto ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione. Secondo gli inquirenti Ioia, avvalendosi del suo ruolo che gli consentiva libero accesso all'interno delle carceri, introduceva, previo compenso, cellulari e droga.

Droga e cellulari consegnati nel carcere di Poggioreale

Ioia, secondo quanto ricostruito, approfittava dei colloqui mirati a verificare le condizioni in cui versavano i detenuti, per effettuare le consegne che gli erano state richieste. Il denaro veniva poi versato su alcune carte ricaricabili in uso a una donna e poi diviso con gli altri sodali dell'organizzazione. Con gli otto arresti dei carabinieri, riporta una nota, è stata sgominata un'associazione per delinquere, radicata nel capoluogo partenopeo, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti e specificamente, l'introduzione illegale di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti all'interno della Casa Circondariale di Napoli - Poggioreale. L'organizzazione criminale prevedeva che la compagna di uno dei promotori, attraverso il Garante Ioia, facesse recapitare ai detenuti, partecipi dell'associazione, apparati di telefonia mobile e sostanza stupefacente di vario genere che, di conseguenza, venivano venduti alle altre persone recluse, creando un vero e proprio commercio illegale. Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli ha emesso, su richiesta della Procura partenopea sei misure cautelari in carcere e due ai domiciliari. L'attività investigativa, svolta dal giugno 2021 al gennaio 2022. Le indagini hanno evidenziato l'esistenza di un dilagante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti (hashish e cocaina), del valore economico di diverse migliaia di euro, all'interno dell'istituto penitenziario. La Direzione del Carcere di Poggioreale e la Polizia penitenziaria hanno prestato la loro collaborazione alle indagini nella fase di osservazione dei colloqui.

Consegnati anche 10mila euro di hashish

Tra gli episodi documentati dai carabinieri c'è anche la consegna di 10mila euro di hashish, operata da Ioia, nel dicembre del 2021, durante un colloquio. Secondo quanto emerge dalle indagini, Ioia ha consegnato la droga a due detenuti (entrambi arrestati) i quali, successivamente, hanno provveduto a cederla ad altri carcerati. La somma di denaro ricevuta, i 10mila euro, doveva essere suddivisa tra i due detenuti e lo stesso Ioia. 

Complessivamente le persone indagate sono undici, tra cui anche la moglie di Ioia. Il giudice ha disposto il carcere per Pietro Ioia ma anche per Sonia Guillari e Massimiliano Murolo, ritenuti a capo dell'associazione a delinquere, per i detenuti Nicola Donzelli, Antonio De Maria e Vincenzo Castiello. I domiciliari invece riguardano Maria Cardamone Maresca (moglie di Donzelli) e Grazia Pages che consegnava i cellulari da introdurre nel carcere a Sonia Guillari.

Le intercettazioni

"Ora vedo di far entrare altri due 'cosarielli' là dentro, sotto Natale... devo prendere pure il motorino a quello". Così Ioia parlava della possibilità di introdurre un paio di cellulari nel carcere in modo da racimolare il denaro per comprare lo scooter al figlio in vista delle festività natalizie. La conversazione captata dai carabinieri di Castello di Cisterna il 16 dicembre 2021 vede nella veste di interlocutori Ioia e la figlia che gli chiede 500 euro. Il successivo 23 dicembre, il garante dei detenuti del Comune di Napoli effettivamente - secondo quanto emerge dagli accertamenti - effettua la consegna dei cellulari. 

Il Comune: "Avviato provvedimento di revoca"

"Alla luce dell'inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il Garante dei Detenuti del Comune di Napoli, nominato dalla precedente Giunta, l'Amministrazione sta predisponendo gli opportuni provvedimenti di revoca", ha annunciato in una nota il Comune.

Il sindacato Uspp: “Contestammo scelta del Garante”

"Noi come sindacato avevamo contestato tale scelta da parte del Sindaco Luigi de Magistris in quanto il Garante Pietro Ioia non aveva la comprovata capacità di competenza in materia giuridica e inoltre le qualità morali requisiti indispensabili per assolvere il ruolo di garante figura che andrebbe assegnata ad un operatore impegnato nel sociale con un curriculum professionale adeguato al ruolo. Ci aspettiamo che il sindaco attuale Manfredi sostituisca subito il Garante". Commentano in una nota il presidente e il segretario regionale dell'Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp), Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio.

Napoli: I più letti