Economia
Il Covid ha reso più poveri i lavoratori autonomi dei dipendenti
Durante il secondo anno della pandemia di coronavirus, il rischio povertà o esclusione sociale delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo è stato superiore a quello dei nuclei che, invece, vivono con uno stipendio fisso. È quanto emerge dai dati Istat estrapolati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre. Una situazione, è l’allarme, che rischia di aggravarsi con il caro bollette
Nel 2021, durante il secondo anno della pandemia di Covid, il rischio povertà o esclusione sociale delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo è stato superiore a quello dei nuclei che, invece, vivono con uno stipendio fisso. È quanto emerge dai dati Istat estrapolati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre
Un risultato che, spiega la Cgia, testimonia come tra gli occupati italiani il “popolo delle partite Iva” abbia meno sicurezze e più difficoltà economiche dei lavoratori dipendenti. Stiamo parlando, ad esempio, di artigiani, commercianti, lavoratori autonomi, liberi professionisti
Gli oltre due anni e mezzo di emergenza sanitaria, tra chiusure per decreto e limitazioni alla mobilità, hanno messo in ginocchio, in particolar modo, gran parte dei titolari di botteghe e di negozi di vicinato. Per i salariati, invece, gli ammortizzatori sociali a disposizione per legge hanno "smorzato" il rischio di povertà o di esclusione sociale