Camorra, 59 misure cautelari: sequestro da 150 milioni di euro

Campania
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Tutti reati sono contestati nella forma aggravata in quanto, secondo gli inquirenti, sarebbero stati commessi per agevolare il clan Moccia. Rete Ferroviaria Italiana ha attivato procedure nei confronti di uno dei suoi dipendenti, l’altro, invece, non risulta più in organico

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I carabinieri del Ros, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli, hanno notificato 57 misure cautelari: 36 arresti in carcere, 16 arresti ai domiciliari e cinque divieti temporanei di esercitare attività d'impresa. Invece, la guardia di finanza ha notificato altri due divieti temporanei di esercitare attività d'impresa e sequestrato d'urgenza beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a 150 milioni di euro.

I reati

Contestati a vario titolo reati che sarebbe stati commessi per agevolare il clan camorristico Moccia: associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e la detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione e favoreggiamento. Tutti reati sono contestati nella forma aggravata in quanto, secondo gli inquirenti, sarebbero stati commessi per agevolare il clan Moccia.

Le indagini

Un'ala militare e una imprenditoriale al servizio del clan Moccia. Questo è quanto emerso - secondo la Procura di Napoli - dall'indagine. A capo dell'organizzazione tre fratelli Moccia (Angelo, Luigi e Antonio) e il loro cognato Filippo Iazzetta. Avrebbero veicolato ordini agli affiliati, a vario livello subordinati, con reati consumati sia dai vari sottogruppi costituenti l'ala militare dell'organizzazione, "sia da imprenditori attivi nel settore del recupero degli oli esausti di origine animale/vegetale di tipo alimentare e degli scarti di macellazione, nonchè nei grandi appalti ferroviari e dell'alta velocità. A loro avrebbero impartito direttive e fornito ingenti provviste derivanti dall'accumulazione illecita nel tempo di ingenti capitali", sottolinea l'ufficio inquirente guidato da Giovanni Melillo.

Le mani del clan Moccia sugli appalti Rfi

Le mani del clan Moccia si erano allungate anche sugli appalti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e tra questi figurano quelli che riguardano la stazione dell'Alta Velocità di Afragola, in provincia di Napoli. Tutto, secondo gli investigatori, sarebbe stato possibile grazie ad un gruppo di imprenditori, ritenuti legati al clan, le cui imprese avevano tutti i presupposti (specifici titoli e certificazioni antimafia) che gli consentivano di poter accedere a questo tipo di opportunità, tanto che quelle ditte erano presenti tra quelle di fiducia di RFI. Tra i destinatari delle misure cautelari degli arresti domiciliari figurano anche due funzionari di RFI (unità territoriale di Napoli Est), Salvatore Maisto e Stefano Deodato, ai quali viene contestata l'accusa di corruzione. La Procura di Napoli ritiene che il clan Moccia sia riuscito, attraverso Raggruppamenti Temporanei d'Impresa composti da imprenditori compiacenti ad aggiudicarsi i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria in diverse località del Paese. L'obiettivo perseguito era quello di investire un vero e proprio fiume di denaro frutto degli affari illeciti. I carabinieri del Ros sono riusciti a monitorare le riunioni durante le quali a ciascuna delle parti in causa, clan compreso, veniva assegnata la quota da investire. I due funzionari di RFI indagati, finiti agli arresti domiciliari, per agevolare quelle imprese avrebbero intascato complessivamente "mazzette" per 29mila euro.

La nota di RFI

Rete Ferroviaria Italiana fa sapere che nei confronti di uno dei suoi dipendenti ha già attivato idonee procedure, riservandosi ogni ulteriore iniziativa non appena disponibili le informazioni occorrenti. L’altro, invece, non risulta più in organico. RFI, che comunque nella vicenda si ritiene parte lesa, si attiverà per avere evidenza degli atti al fine di conoscere il nome delle ditte coinvolte nell’inchiesta e il loro ruolo negli appalti. A quel punto potrà adottare, anche nei loro confronti, le più appropriate iniziative che possono includere l’inibizione dal sistema di qualificazione e la sospensione dei contratti eventualmente ancora attivi.

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