Donna morta carbonizzata a Napoli, gip convalida fermo per omicidio

Campania
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Il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere per l’indagato, accusato di aver appiccato l’incendio nell’appartamento in vico Sant'Antonio Abate

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Il gip di Nola ha convalidato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Napoli (IV sezione, "Fasce deboli") nei confronti di D. T., indagato per l'omicidio volontario di Anastasiia Bondarenko, la giovane donna ucraina di 23 anni morta carbonizzata, lo scorso 10 marzo, nell'incendio sviluppatosi nel suo appartamento, in vico Sant'Antonio Abate, nel centro di Napoli. Il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere per l'indagato.

L’incendio

L’uomo, anch'egli cittadino ucraino, è stato rintracciato dai carabinieri della stazione Borgoloreto lo scorso 17 marzo ad Acerra (Napoli). Nell'incendio era stata salvata la figlia di 5 anni della donna, da circa un paio di mesi in Italia con la madre. Per gli inquirenti sarebbe stato lui a causare la morte della compagna appiccando le fiamme nell'appartamento dove la donna viveva insieme con la figlia e altri cittadini ucraini. Un'abitazione con un unico bagno le cui stanze erano state affittate a immigrati. Ci sono voluti due sopralluoghi dei vigili del fuoco per comprendere che le fiamme erano state appiccate volontariamente dall'uomo che ha negato di essere legato alla donna ma che è stato trovato con segni di ustioni sulle mani. Malgrado si fosse dato alla fuga, è stato rintracciato grazie a dei messaggi in chat.

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