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Uccise ragazzo dopo lite per viabilità, 19enne condannato a 30 anni

Campania

L'omicidio avvenne a Casalnuovo (Napoli) nel novembre 2020. Il sostituto procuratore di Nola, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto l'ergastolo e 6 mesi di isolamento

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La prima sezione della Corte di Assise di Napoli ha condannato a 30 anni di reclusione Domenico Iossa, il ragazzo che il 3 novembre 2020, dopo una lite per motivi di viabilità, uccise a Casalnuovo il 19enne Simone Frascogna. Il sostituto procuratore di Nola, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto l'ergastolo e 6 mesi di isolamento per Iossa. Il ragazzo dopo essersi costituito dichiarò di avere accoltellato Simone perché stava avendo la peggio in una colluttazione che lui e i suoi amici avevano innescato.  

Le condanne

Per la vicenda sono stati già condannati i due complici: il 17enne F.T., al quale sono stati inflitti 10 anni di reclusione per concorso nell'omicidio di Simone, e C.B., anche lui 17enne, condannato a 7 anni di reclusione per aver tentato di uccidere un amico della vittima.

Striscione davanti al tribunale

Davanti all'ingresso di piazza Cenni del Tribunale di Napoli è stato esposto da amici e parenti uno striscione per chiedere "Giustizia per Simone". Ad attendere la sentenza c'erano anche i genitori di altri giovani uccisi: i familiari di Gianluca Coppola, il 27enne morto dopo essere stato ferito per motivi di gelosia, a colpi di pistola, lo scorso 8 aprile a Casoria; e i parenti di Maurizio Cerrato, ammazzato a coltellate, lo scorso 19 aprile, per un parcheggio. C'era anche Anna Gaeta, vedova di Patrizio Falcone, il marittimo di 42 anni ucciso con una coltellata al cuore per diverbi condominiali: "Chiediamo la vicinanza delle istituzioni - ha detto Anna - alla morte dei nostri cari si aggiunge la solitudine nella quale siamo stati lasciati dalle istituzioni. Rispetto alle famiglie delle vittime di femminicidio e della camorra, siamo praticamente vittime di serie Z".

Al processo si sono costituiti parte civile i Comuni di Casalnuovo e Napoli. Alla lettura della sentenza hanno assistito anche il sindaco di Casalnuovo e la Fondazione Polis. 

La madre della vittima: "Altre nove coltellate"

"Con questa sentenza, emessa dalla Corte di Assise di Napoli, mio figlio è stato ucciso di nuovo, ci sono state inflitte altre 9 coltellate", commenta la madre della vittima. "La vita di mio figlio non vale 30 anni. La pena giusta sarebbe stata l'ergastolo, quello che stiamo scontando noi da quel tragico giorno in cui Simone è stato barbaramente assassinato. Abbiamo a disposizione un video, che renderemo pubblico a tempo debito, nel quale si vede la ferocia con la quale l'assassino di mio figlio ha agito. Oggi - conclude - lo Stato italiano ha detto che si può uccidere".

Per uno dei legali della famiglia della vittima, l'avvocato Alfonso Liccardo, "i giudici hanno erogato una pena severa, la massima dopo l'ergastolo. Sono state concesse le attenuanti generiche. Leggeremo nelle motivazioni ma credo che abbiano pesato su questa decisione la giovane età e il fatto che Iossa era incensurato. E' giusto pensare alla rieducazione, credo sia questo il ragionamento della Corte, ma noi non siamo soddisfatti e siamo pronti ad affiancare il pm Patrizia Mucciacito, che ha fatto un lavoro eccezionale, quando proporrà appello". L'avvocato Liccardo ha ricordato che Iossa ha sferrato ben nove coltellate per uccidere Simone, che si è costituito due giorni dopo l'omicidio e che l'arma del delitto, come il suo cellulare, non li ha mai fatti ritrovare.