Camorra, confiscati beni per 6 milioni a ex assessore nel Casertano

Campania
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L’ex consigliere di Trentola Ducenta, condannato per collusione con il clan dei Casalesi e oggi collaboratore di giustizia, era ritenuto il prestanome di Michele Zagaria

La guardia di finanza di Caserta ha confiscato il patrimonio di Luigi Cassandra, ex consigliere e assessore al Comune di Trentola Ducenta (in provincia di Caserta) condannato per collusione con il clan dei Casalesi, in particolare con la cosca guidata da Michele Zagaria, boss di cui Cassandra era ritenuto il prestanome. Il provvedimento di confisca a carico di Cassandra, oggi collaboratore di giustizia, è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, e fa seguito al sequestro dei beni avvenuto nel 2016.

La confisca

Sotto chiave sono finiti beni per sei milioni di euro, tra cui il centro turistico-sportivo con piscina "Night and Day", situato a Trentola Ducenta, vari appartamenti, due terreni, otto autovetture e una moto, quote di società e conti correnti; un patrimonio abnorme per i redditi dichiarati da Cassandra, così come emerso dagli accertamenti dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, che hanno passato al setaccio conti e beni dell'ex politico, scoprendo anche che alcuni erano intestati a familiari o prestanome.

La vicenda

Cassandra fu arrestato il 25 ottobre del 2011 nell'ambito di un'indagine per concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (poi condannato con la moglie e il boss Zagaria nel 2016); per gli inquirenti, il villaggio turistico realizzato da Cassandra era stato voluto proprio da Michele Zagaria, ritenuto socio occulto di Cassandra. Il boss avrebbe investito nel villaggio i soldi dei Casalesi utilizzando il politico che tra la metà degli anni '90 e i primi dieci anni del 2000, è stato più volte consigliere comunale e assessore a Trentola Ducenta. In particolare, nel ruolo chiave di assessore ai lavori pubblici - è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza - è riuscito ad ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione del complesso nonostante il terreno fosse destinato ad uso agricolo. Il politico aveva inoltre intestato a moglie, sorelle, cognato e ad alcuni prestanome numerose società poi impiegate nella realizzazione del centro per evitare che si potesse risalire al vero titolare, vale a dire Michele Zagaria. Il Night and Day, hanno accertato le indagini della Finanza grazie anche alle dichiarazioni dei collaboratori, è stato utilizzato dal clan come "lavatrice" per pulire i soldi provenienti dalle attività criminali, come base logistica per lo svolgimento di summit di camorra e come punto di partenza per i killer incaricati di uccidere i rivali.

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