Gli investigatori hanno sequestrato circa 350mila euro a tre persone tra Napoli, Torre del Greco e Portici
Denaro per circa 350mila euro è stato sequestrato tra Napoli, Torre del Greco e Portici, in provincia di Napoli, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna che hanno notificato a tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, di fraudolento trasferimento di valori e riciclaggio.
Nel registro degli indagati risultano iscritti il dipendente di una ditta di rifiuti e due imprenditori, tutti residenti nel Napoletano. Il reato di compravendita di voti (che non riguarda la prossima tornata elettorale ma elezioni già tenute in un comune della provincia di Napoli), secondo quanto si è appreso, viene contestato solo a uno dei due imprenditori, mentre per l'altro gli inquirenti ipotizzano il reato di turbativa d'asta. "Le indagini sono tuttora coperte da segreto istruttorio, - dice l'avvocato Dario Carmine Procentese, legale di uno dei due imprenditori coinvolti nell'attività investigativa - nei tempi e nei modi previsti chiariremo la posizione del mio assistito".
Il denaro sequestrato
Il decreto di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Napoli su richiesta della Procura (sostituto procuratore Mariella Di Mauro, procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio). L'indagine parte dal ritrovamento, lo scorso agosto, di una cospicua somma di denaro contante a casa dell'operaio, che custodiva la borsa con i soldi risultati essere in parte di proprietà di un imprenditore e la restante, più cospicua, dell'altro. Sulla scorta delle indagini in itinere, è stato accertato che la somma in questione, per un totale di euro 350.050, era custodita da uno degli indagati per conto degli altri due, per eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale e di agevolare i reati di ricettazione, riciclaggio e auto riciclaggio, nonché di favorire il reimpiego di denaro provento delle attività delittuose, tra le quali "associazione per delinquere finalizzata a plurime ipotesi di turbative d'asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, concussione consumata, associazione a delinquere finalizzata alla compravendita di voti elettorali", attribuite, a vario titolo, a due dei destinatari del provvedimento di sequestro.
Denaro forse destinato ad appalti e voti
I soldi contenuti nella borsa trovata nel Napoletano erano forse destinati ad assicurare appalti nel settore della gestione dei rifiuti e alla compravendita di voti, ipotizzano gli inquirenti. La borsa era custodita da un dipendente di una ditta, che lavora proprio in quel settore, per conto degli altri due i quali, sospettano gli investigatori, si stavano preparando a impiegare l'ingente somma in maniera tale da spingere gli inquirenti a ipotizzare nei loro confronti i reati di "associazione per delinquere finalizzata a plurime ipotesi di turbative d'asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, concussione consumata" e anche di "associazione a delinquere finalizzata alla compravendita di voti elettorali".