Due persone si trovano in carcere e tre agli arresti domiciliari. L’accusa è di corruzione: avrebbero percepito 8mila euro per consentire a un candidato daltonico di superare le prove per l’arruolamento
Avrebbero percepito una "mazzetta" da 8mila euro per consentire a un candidato daltonico di superare le prove per l'arruolamento nel corpo della polizia penitenziaria. Questa la vicenda che ha portato il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria a notificare 5 misure (due arresti in carcere e tre arresti ai domiciliari) nei confronti di tre agenti della Penitenziaria (due in carcere e uno ai domiciliari), di un funzionario del Dap (ai domiciliari) e del candidato (anche lui ai domiciliari). Tutti sono accusati di corruzione.
Le indagini
L'indagine, condotta dal magistrato del pool anticorruzione della Procura di Napoli, Mariella Di Mauro, ha portato anche all'esecuzione di una serie di perquisizioni e di sequestri che, al momento, fanno ipotizzare che il caso in questione non sia isolato. I destinatari delle misure cautelari in carcere, notificate ieri, sono entrambi sovrintendenti e coordinatori in servizio presso il provveditorato per l'amministrazione penitenziaria, accusati di avere intascato la "mazzetta" per consentire all'aspirante agente di superare le prove psicoattitudinali malgrado fosse daltonico (difetto della vista che di per sé costituisce motivo per l'inammissibilità della richiesta d'ingresso nel Corpo, ndr). Ai domiciliari invece è finito il commissario in servizio presso la direzione generale del DAP a Roma. Stessa misura cautelare anche per il candidato poi risultato idoneo e per colui che viene ritenuto presunto mediatore tra candidato e i pubblici ufficiali. Risulta indagato anche il padre dell'indagato.