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Pestaggi in carcere, Draghi a Santa Maria Capua Vetere: “Governo non dimenticherà”

Campania
©Ansa

Così il presidente del Consiglio, che ha aggiunto: "La responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato". Cartabia: "Mai più violenza in carcere". Sul posto sono intanto giunti i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli

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"ll Governo non ha intenzione di dimenticare". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Draghi in visita al carcere 'Francesco Uccella' di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta) insieme al ministro della Giustizia, Marta Cartabia. In quella struttura, il 6 aprile 2020, secondo le accuse un pestaggio indiscriminato e violento è stato messo in atto dalla polizia penitenziaria ai danni dei detenuti. Nella vicenda, definita dal gip Sergio Enea una "ignobile mattanza", sono 117 gli indagati. Al termine della loro visita, prima di lasciare il carcere, Draghi e Cartabia hanno parlato alla stampa, e un numero limitato di giornalisti è potuto entrare nell'istituto penitenziario. Ad assistere alle dichiarazioni del premier Mario Draghi anche un gruppo di detenuti, oltre ad addetti amministrativi e ad agenti della Polizia penitenziaria. Sul posto sono nel frattempo giunti oltre cento lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli. A darne notizia è la Fiom Cgil. (IL VIDEO - LA TESTIMONIANZA - LE SOSPENSIONI - LE MISURE CAUTELARI).

La visita di Draghi e Cartabia

All'ingresso del carcere dell'auto con a bordo Draghi, sono scattati applausi e grida. In particolare tanti detenuti hanno gridato. 'Fuori, fuori" e - in base a quanto riferito dall'inviato di Rai News - hanno scandito forte la richiesta di "indulto, indulto" e inneggiato a "Draghi, Draghi". Nel corso della visita al carcere campano c'era anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ad accompagnare il premier e la Guardasigilli. Tovaglie ricamate e mascherine anticovid prodotte nei laboratori del 'Francesco Uccella' dalle detenute del reparto Senna sono state regalate al premier.

L'auto di Draghi all'ingresso del carcere di Santa Maria Capua Vetere - ©Ansa

Lavoratori Whirlpool: "Qui per incontrare Draghi"

"Siamo qui a chiedere di incontrare Draghi dopo la decisione della Whirlpool di drammatizzare la vertenza ignorando la disponibilità di Governo e Sindacati ad usare gli ammortizzatori Covid per discutere delle soluzioni industriali per il sito di Napoli. Quello della Whirlpool è uno strappo inaccettabile". Così il segretario regionale dei metalmeccanici della Uil, Antonello Accurso, all'esterno del carcere. "Il Governo e Draghi facciano rispettare l'avviso comune firmato con Cgil, Cisl, Uil e Confindustria per evitare i licenziamenti, è gli accordi firmati da Whirlpool nel 2018".

Operai agli agenti: "Togliete i caschi e protestate con noi"

Gli operai della Whirlpool hanno da poco liberato la statale Appia a Santa Maria Capua Vetere. Agli agenti intervenuti in assetto antisommossa hanno urlato: "Togliete i caschi e protestate con noi".

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Draghi e Cartabia durante la visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere - ©Ansa

Draghi: "Il sistema va riformato"

"Venire in questo luogo oggi - ha dichiarato Draghi nel suo discorso - significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. Sono immagini di oltre un anno fa. Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato".

"I diritti dei detenuti vanno protetti"

"La Costituzione Italiana - ha aggiunto il premier - sancisce all'Articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". A questi principi deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: Il diritto all'integrità psicofisica, all'istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà".

"Il Governo non dimenticherà"

Draghi ha continuato: "ll Governo non ha intenzione di dimenticare. Le proposte della Ministra Cartabia rappresentano un primo passo che appoggio con convinzione. Non può esserci giustizia dove c'è abuso. E non può esserci rieducazione dove c'è sopruso".

"La stragrande maggioranza della polizia rispetta i detenuti"

Draghi ha poi speso alcune parole per le forze dell'ordine: "In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. ,Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento. A voi, e ai vostri colleghi in tutta Italia, va il più sentito ringraziamento del Governo e il mio personale".

Il premier Draghi durante il suo discorso - ©Ansa

Cartabia: "Mai più violenza in carcere"

Quello che è avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono "atti di ingiustificabile violenza e intimidazione", ha detto la Guardasigilli Marta Cartabia al termine della visita al carcere campano. "Mai più violenze" ha aggiunto. Cartabia ha rivolto un saluto particolare ai detenuti che hanno subito le violenze avvenute il 6 aprile 2020. Rivolgendosi al premier, Cartabia ha detto che questa deve essere l'occasione "per far voltar pagina al mondo del carcere".

"Pandemia detonatore di questioni antiche"

La pandemia, ha dichiarato Cartabia, "ha fatto da detonatore a questioni antiche" che affliggono le carceri: la prima è il "sovraffollamento", per cui occorre intervenire su "più livelli" tra cui le strutture materiali e la formazione, ma anche sul piano normativo e il pacchetto di riforme corregge "la misura penale incentrata solo sul carcere".

"Violenze e umiliazione sono ingiustificabili"

"Violenze e umiliazione sono ingiustificabili", ha proseguito Cartabia, ricordando che la Costituzione è la nostra "pietra angolare" e tutela la "dignità di tutti". Quello che è avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha aggiunto il ministro, sono "atti di ingiustificabile violenza e intimidazione".

Il ministro Cartabia durante il discorso - ©Ansa

La situazione nelle carceri

La visita, con l'ingresso dei massimi vertici istituzionali nel carcere della 'vergogna', punta a dare un segnale rassicurante alla Ue, ma anche ai 37mila uomini e donne del corpo di polizia penitenziaria che lavorano nel rispetto delle regole. Nelle carceri italiane sono oltre 53mila e 600 le persone recluse a fronte di una capienza di circa 47mila e 400 posti, nel 2021 già 26 suicidi tra i detenuti e 4 fra gli agenti. (LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA)

Riesame conferma domiciliari per indagata

Intanto il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura degli arresti domiciliari per la 44enne commissaria della Polizia penitenziaria Anna Rita Costanzo, finita agli arresti domiciliari il 28 giugno scorso nell'ambito dell'indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sulle violenze ai danni di detenuti. Nell'udienza di ieri, il legale della poliziotta, Vittorio Giaquinto, aveva chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare sottolineando come la donna non fosse mai apparsa con il manganello nelle immagini delle telecamere interne del carcere acquisite dalla Procura, e che le contestazioni a suo carico si basassero sulle dichiarazioni dei detenuti picchiati. L'avvocato Giaquinto ha anche contestato l'ipotesi d'accusa che ritiene la donna tra gli organizzatori dei pestaggi, spiegando che la funzionaria, il 6 aprile 2020, sarebbe arrivata al carcere di Santa Maria Capua Vetere a perquisizione già disposta e organizzata; circostanze, queste ultime, che la stessa poliziotta aveva già riferito nel corso di un interrogatorio reso in Procura nel novembre 2020, dove si era presentata spontaneamente per chiarire la propria posizione. Nell'ordinanza di arresto, il Gip Sergio Enea aveva scritto che "prezioso aiuto è stato fornito dalla collaborazione della Commissaria Costanzo Anna Rita, che nel suo interrogatorio ha riconosciuto altri agenti e ufficiali di Polizia Penitenziaria, che non erano stati compiutamente individuati dai detenuti".

Le parole del Gip

Secondo il Gip però Costanzo ha "non soltanto partecipato, ma anche coordinato le attività di perquisizione, per quanto la stessa abbia provato a sminuire il suo ruolo nel corso dell'interrogatorio. Ciò è nitidamente evincibile dalle riprese video del circuito di video sorveglianza in cui si nota che la predetta in più occasioni si è soffermata con gli Ispettori o con agenti per dare indicazioni in ordine alle operazioni stesse (circostanza peraltro riferita da diversi detenuti). La sua presenza - aggiunge il Gip - presso tutte le sezioni del reparto Nilo perquisite, anche in luoghi ove venivano commesse violenze ai danni dei detenuti, è ampiamente documentata dalle immagini tratte dal circuito di videosorveglianza". Lo stesso Gip chiarisce poi che "la circostanza che anch'ella si sarebbe lasciata andare a gesti di violenza nei confronti dei detenuti non ha trovato riscontro nelle riprese video ed appare confliggere con il contegno dalla stessa tenuto nel corso della perquisizione, in cui si attiene al suo ruolo di comandante ed impartisce istruzioni, senza partecipare al pestaggio dei detenuti".  

Sindacato Osapp: "Necessari interventi tangibili e risolutivi"

"La presenza della ministra Cartabia e del capo del Governo Draghi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è un segnale chiaro che fa onore alle Istituzioni, dalle quali ci aspettiamo un tangibile e risolutivo intervento nell'interesse di tutti". Lo dichiara, in una nota, Luigi Castaldo, vicesegretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, che si dice d'accordo con le parole del consigliere togato del Csm Sebastiano Ardita, secondo il quale, ormai, "il sistema penitenziario è imploso", messo in ginocchio anche da "sovraffollamento e carenza di organico". "Lo stato di abbandono percepito dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria - sostiene Castaldo - è divenuto negli ultimi anni intollerabile, tante sono le problematiche evidenziate dall'Osapp che ad oggi persistono e non sono state affrontate".