Sette di loro percepivano il reddito di cittadinanza. Il bilancio di quattro mesi di controlli realizzati ad Aversa e nel suo hinterland dalla guardia di finanza è anche di 12 attività e 13 tonnellate di rifiuti speciali sequestrati
Quindici persone denunciate con dodici attività e tredici tonnellate di rifiuti speciali sequestrati: è il bilancio di quattro mesi di controlli realizzati ad Aversa e nel suo hinterland (in provincia di Caserta) dalla guardia di finanza, in particolare dai Baschi Verdi della Compagnia Pronto Impiego di Aversa, sul fronte dell'illegale smaltimento di rifiuti e l'impiego di manodopera in nero.
Le denunce
I 15 piccoli imprenditori sono stati denunciati per i reati di illecito smaltimento di rifiuti ed emissione non autorizzata di fumi nell'atmosfera. Sette di loro percepivano il reddito di cittadinanza e avrebbero incassato illecitamente 40mila euro. I finanzieri hanno avvisato l'Inps per la decadenza del beneficio.
Le attività sequestrate
Tra le piccole attività sequestrate figurano cinque autocarrozzerie, cinque officine meccaniche e due opifici per la fabbricazione di capi d'abbigliamento, i cui titolari, oltre ad essere completamente sconosciuti al fisco, operavano abusivamente senza alcun rispetto delle ambientali, di sicurezza e di lavoro.
Il lavoro nero
In particolare, accanto alle inadempienze di natura contabile e tributaria e alle relative evasioni di imposta - ancora in fase di accertamento - è stata riscontrata tutta una serie di altre gravi violazioni connesse all'esercizio "in nero" dell'attività di impresa, prime fra tutte quelle legate all'utilizzo di metodi illegali per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e dei prodotti nocivi generati dai processi di lavorazione.
Le tonnellate di rifiuti
Nel corso delle diverse ispezioni, infatti, i finanzieri hanno scoperto e sequestrato ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi (parti di autoveicoli, scarti di lavorazione ferrosi, residui di diluenti e di vernici, batterie usate ed oli esausti nonché residui della fabbricazione di capi d'abbigliamento e scarti della lavorazione del pellame) per oltre 13 tonnellate, pronti per essere smaltiti illegalmente o, più semplicemente, ad essere riversati nelle zone circostanti; cinque i lavoratori in nero scoperti.