Traffico illecito di rifiuti e discariche abusive, 14 misure cautelari in Campania

Campania
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Operazione dei carabinieri nelle province di Salerno, Napoli e Caserta. I 14 sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere aggravata, finalizzata al traffico illecito di rifiuti tossici, speciali e pericolosi di categoria ecotossica

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Salerno, Napoli e Caserta, i carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Salerno, nei confronti di 14 persone (sei in carcere e otto ai domiciliari), accusate di traffico illecito di rifiuti speciali con la costituzione e gestione di svariate discariche abusive.

Le indagini

Si tratta, da quanto ricostruito, di terreni agricoli trasformati in discariche abusive, tossiche e pericolose. I 14 sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere aggravata, finalizzata al traffico illecito di rifiuti tossici, speciali e pericolosi di categoria ecotossica. Il provvedimento si fonda sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dai carabinieri nell'ambito dell'indagine Gold Business a partire dal febbraio 2019.

L'inchiesta

Si è fatta luce su una fitta rete criminale operante in diversi comuni della provincia di Salerno, Caserta e Napoli. Il gruppo era diretto da Antonio Romagnuolo, il quale si avvaleva di Michele Acampora, quale procacciatore e intermediario, Vito Arietta, Giulio Ruscinito, Rocco Capuano e altri quali autisti, nonché Gaetano Romagnuolo, Giuseppe Mainardi ed altri, quali proprietari di aziende agricole, terreni e mezzi, compiacenti ed attivamente partecipi. Privi di qualsivoglia autorizzazione al trasporto come lo smaltimento, i soggetti trafficavano illecitamente rifiuti per lo più speciali - prelevati con mezzi di trasporto non autorizzati da imprese produttrici del settore "gestione rifiuti speciali", "spurgo pozzi neri", "conserviero" e "conciario" a fronte di un compenso tra i mille e i tremila euro a carico - con successivo sversamento e tombamento nei terreni agricoli e in zone sottoposte a vincoli e riserva naturale, che diventavano discariche abusive tossiche e pericolose.

Il modus operandi

L'organizzazione aveva piena disponibilità di terreni ed aziende i cui fondi sono stati trasformati in "discariche dannosissime per le ripercussioni sull'ambiente e con alterazioni incalcolabili (e forse irreparabili) per l'eco-sistema". Discariche, in alcuni casi costituite anche in terreni del demanio regionale, che subivano, di fatto, una modifica della loro destinazione d'uso con l'ausilio di escavatori e mezzi di movimento terra. Agli autocarri e ai rimorchi utilizzati per il traffico di rifiuti speciali (talvolta addirittura occultati sotto scarti di finocchi in modo da eludere eventuali controlli) venivano addirittura applicate altre targhe, per evitare una possibile riconducibilità al gruppo da parte delle forze dell'ordine.

Il sequestro

Inoltre, l'operazione di oggi ha portato al sequestro di tre aziende situate a Sant'Egidio del Monte Albino, Castellamare di Stabia e Scafati, sei autocarri, un mezzo agricolo e un escavatore utilizzato per il tombamento dei rifiuti, oltre 25mila metri quadrati. di terreni adibiti a discarica abusiva e ha quantificato un fatturato totale di circa un milione di euro.

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